Il giudice monocratico Monica Sammartino ha condannato a 3 anni e 2 mesi e 3 mila euro di multa l’avvocato Giovanna Livreri, sotto processo per truffa e tentativo di truffa, e a 2 anni e 8 mesi il tributarista Gianni Lapis (nella foto), accusato di favoreggiamento. Secondo l’accusa, il legale avrebbe fatto credere alle due eredi di Ezio Brancato, tra i titolari della società Gas, in cui aveva interessi anche l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, che l’azienda era coinvolta in un’inchiesta di mafia nata dalla scoperta dei pizzini trovati al boss, poi pentito, Nino Giuffré.
L’imputata avrebbe convinto le due donne della necessità di essere nominata loro difensore in vista di imminenti misure cautelari a loro carico e possibili provvedimenti di sequestro dei beni. Come parcella per il suo lavoro, l’avvocato aveva chiesto e ottenuto circa 200mila euro suddivisi tra le eredi di Brancato, la moglie Maria D’Anna e la figlia Monia Brancato, e l’altro gruppo societario a cui faceva capo la Gas. Inoltre la Livreri, sempre fingendo l’esistenza dell’indagine, avrebbe tentato di farsi dare circa 250mila euro dalle Brancato da investire a Malta prima che gli inquirenti glieli sequestrassero.
Lapis, invece, è accusato di avere confermato l’esistenza di una lettera in cui si dava atto di un accordo tra i soci della Gas per assegnare l’incarico professionale alla Livreri. Secondo gli inquirenti, che sulla scrittura privata hanno effettuato anche una perizia, la firma apposta dalla Brancato al termine della missiva che avrebbe dovuto sancire il raggiungimento dell’accordo sarebbe stata frutto di una manipolazione.