CATANIA – Avrebbero frodato l’erario per 28 milioni di euro, operando nel settore del commercio di benzina e gasolio. Con il meccanismo consolidato delle fatture per operazioni inesistenti, l’intestazione fittizia dei beni, il falso e l’indebita compensazione delle imposte con crediti inesistenti. Solo una parte del lungo elenco di contestazoni che la procura di Catania muove contro nove persone. Al vertice del sistema ci sarebbe stato Sergio Leonardi, finito in carcere, individuato dai finanzieri come “la figura centrale di un collaudato sistema di evasione delle accise e dell’Iva”.
Le investigazioni sono state svolte dal nucleo di polizia economica finanziaria di Catania e hanno riguardato diverse imprese. Alcune con sede nella provincia di Catania (Union srl, Hard fuel srl, Petrolsel srl, la ditta individuale Gioacchino Falsaperla), altre con sede nel Palermitano (Calor service srl), nel Trapanese (Siciloil srl), e nel Siracusano (Lbs trading srl). Tutte operanti nella commercializzazione di prodotti petroliferi.
Oltre a Leonardi, sono coinvolti nell’inchiesta Carmelo Musumeci, Gioacchino Falsaperla, Giuseppe Adornetto, Salvino Frazzetto, Damiano Sciuto, Sebastiano Foti, Gabriele Luca e Sebastiana Fazio. Tra il 2018 e il 2021 avrebbero commercializzato “ingenti quantitativi di prodotti petroliferi destinati all’autotrazione senza versare le relative imposte”. Lo schema tratteggiato dalle fiamme gialle sarebbe stato piuttosto articolato.
In primo luogo, sarebbero intervenute le società “cartiere“, con il compito esclusivo di approvvigionarsi di prodotti petroliferi fingendo di essere esportatrici abituali. In questo modo, le ditte avrebbero potuto evitare di pagare l’Iva, nonostante commerciassero non all’estero bensì sul territorio nazionale. Poi sarebbero stati creati dei crediti inesistenti, usati per “abbattere i debiti delle accise”.
Infine sarebbe stato usato il gasolio agricolo, sottoposto a una tassazione agevolata, per aziende di trasporti compiacenti. In questo settore, nel corso delle indagini, i militari della finanza avevano già arrestato otto persone in flagranza e sequestrato oltre 80mila litri di gasolio di illecita provenienza, oltre che sette autocisterne usate per il trasporto dei carburanti.
L’indagine ha evidenziato anche che un bar di Catania e la società siracusana Lbs trading srl sarebbero stati intestatati a prestanome, pur essendo riconducibili in realtà a Sergio Leonardi. Quest’ultimo, peraltro, già noto alle cronache giudiziarie: condannato per reati contro il patrimonio e già coinvolto nei blitz Vento di Scirocco, Dirty Oil e Petrolmafie, gli è contestato anche il tentativo di agevolare il clan Mazzei. Leonardi, tramite l’intestazione fittizia, avrebbe quindi evitato il sequestro delle imprese, anche in virtù di un debito con lo Stato di circa 65 milioni di euro.
Per lui, Musumeci, Falsaperla e Adornetto è stato deciso il carcere. Mentre gli arresti domiciliari sono toccati a Frazzetto e Sciuto, e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato disposto invece per Foti, Luca e Fazio. È stato inoltre disposto il sequestro preventivo di oltre 28,5 milioni di euro, ritenuti profitto dei reati, delle quote sociali, dei beni aziendali e del bar.