Caltagirone, Truffa e prostituzione |Un agriturismo la base logistica - Live Sicilia

Caltagirone, Truffa e prostituzione |Un agriturismo la base logistica

Le indagini dell'inchiesta Ison sono scattate dopo la denuncia presentata nel 2012 da una giovane rumena per violenza sessuale. I suoi presunti stupratori la volevano costringere anche a prostituirsi. I DETTAGLI

Procura di Caltagirone
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CALTAGIRONE – Si chiama Ison, dal nome della cometa che ha fatto la sua comparsa sui cieli proprio all’inizio delle indagini l’operazione che ha portato stamattina, alle prime luci dell’alba, all’arresto di Alfredo Scurato, Fabrizio Bertolino, Loredana Lombardo, tutti di origine palermitana; Salvatore Impeduglia di origini ragusane, Tomita Vlad residente a Monterosso Almo e Vittorio Liuzzo Scorpo residente a Militello in Val di Catania. Complesso ed articolato il quadro investigativo ricostruito durante la conferenza stampa svoltasi nei locali della Procura della Repubblica di Caltagirone, alla presenza del Procuratore della Repubblica facente funzione Francesco Puleio, del sostituto procuratore Antonia Sartori e del Comandante del Comando Compagnia Carabinieri di Caltagirone Giovanni Orlando.

I reati contestati sono: associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di estorsione, furto, ricettazione, truffa, detenzione illegale di munizioni per arma da guerra, violenza sessuale, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, esercizio abusivo e a scopo di lucro di attività di intermediazione di manodopera, tutti reati commessi nei comuni di Palermo e Caltagirone fra l’Agosto 2012 e il Gennaio 2013.

Le indagini scaturiscono da una denuncia del 2012 presentata da una giovane di origine rumena, per violenza sessuale con relativo tentativo di induzione alla prostituzione, reati questi, posti in essere da due rumeni e da un italiano. Le indagini permettevano agli inquirenti di scoprire un gruppo di soggetti di origini palermitane che tentavano di “introdursi” nel territorio calatino e più precisamente nei comuni di Caltagirone, Grammichele e Mazzarrone grazie all’ausilio di un volto già noto agli inquirenti, G.F. al momento latitante, con il tentativo di estorcere denaro a commercianti ed inserire nel mercato calatino ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, evitando nel contempo “lotte” con la criminalità organizzata del luogo.

Con l’ausilio di sofisticati mezzi di indagine, oltre ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, è stato possibile, grazie ai numerosi elementi raccolti, di concerto con la DDA, e con il comando Carabinieri di Catania, accertare e ricostruire le dinamiche criminali dei soggetti operanti nel calatino che sviluppavano con incredibile velocità alleanze e contrapposizioni sul territorio.

G. F., aveva studiato il suo ingresso nella zona di Caltagirone, intrattenendo rapporti con Vittorio Liuzzo Scorpo, gestore dell’Agriturismo Casale San Pietro e Paolo sito nelle campagne di Caltagirone proponendogli un finanziamento per l’ampliamento del Casale vantando “amicizie” palermitane in grado di “oleare” la macchina per la buona riuscita del finanziamento stesso. Tramite Loredana Lombardo, indagata, il Liuzzo otteneva il finanziamento che per accordi con lo stesso G.F. sarebbe dovuto essere diviso all’atto dell’erogazione. Circostanza questa che da Liuzzo non veniva rispettata. Dopo le minacce scaturite dal non rispetto dei patti, giunte sino all’uccisione di un capo di bestiame di proprietà di Liuzzo (segnale di un’imminente omicidio) , il Liuzzo decideva di affiliarsi ai palermitani offrendo il proprio agriturismo quale base operativa e logistica per il gruppo.

Il volto del rumeno ucciso, Andrijoiu Sevastian

Il salto di qualità, per i palermitani, giunge con l’avvio delle estorsioni, attività per la quale i palermitani avevano chiesto ed ottenuto autorizzazione da parte di Cosa Nostra locale. A “benedire” l’attività del gruppo sul territorio ci pensa Giancarlo Giugno, referente di Cosa Nostra nel niscemese che per il tramite del suo braccio destro Alberto Musto, controlla le “referenze” dei palermitani comprovandone le conoscenze criminali nel territorio del palermitano. Dopo l’arresto dei propri riferimenti di Cosa Nostra del niscemese in altre operazioni dei Polizia Giudiziaria, dopo l’arresto anche di Vlad Tomita e Salvatore Impeduglia per l’omicidio di Andrijoiu Sevastian, i palermitani perdevano l’appoggio e l’autorizzazione sul territorio precedentemente ottenuta, preferendo l’interruzione delle attività illecite in attesa che si calmassero le acque. Con l’operazione di stamattina, così come precisato dal Procuratore della Repubblica di Caltagirone facente funzione Francesco Puleio, il gruppo in fase di probabile riorganizzazione, viene definitivamente decapitato.

Le indagini hanno permesso inoltre di portare alla luce un’altra associazione per delinquere, stavolta in territorio di Vittoria, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, indagini disarticolate dall’inchiesta nel Giugno del 2013 e passata per competenza territoriale ai Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa.

 


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