Nella rete del promotore finanziario | Decine gli imprenditori truffati - Live Sicilia

Nella rete del promotore finanziario | Decine gli imprenditori truffati

Foto d'archivio

Chi è come agiva l'esperto in finanziamenti originario del Messinese e arrestato dai finanzieri della compagnia di Bagheria (clicca qui per leggere il servizio di cronaca). Al suo "fantomatico" consorzio hanno aderito decine di persone in mezza Sicilia. Perquisizioni in corso.

PALERMO – Si chiama Massimo Biondo ed è l’artefice, secondo i finanzieri, di una mega truffa ai danni di decine di imprenditori. Non si sa ancora quante siano le vittime cadute nella rete dell’intermediario finanziario di 45 anni, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese, arrestato stamani dalle fiamme gialle della compagnia di Bagheria (clicca qui per leggere il servizio di cronaca).

Biondo sarebbe riuscito a spillare migliaia di euro ciascuno. Non solo neofiti dell’imprenditoria, ma gente navigata ed esperta. Come esperto è Biondo, uomo dalla dialettica convincente. Il meccanismo della presunta truffa si sarebbe basato sulla sua ars oratoria. Agli imprenditori avrebbe fatto credere che esisteva un bando targato Invitalia, agenzia nazionale per lo sviluppo economico e braccio operativo del Ministero. Per parteciparvi, raccontava Biondo, era necessario creare un consorzio. E per cerare il consorzio gli imprenditori dovevano versare un deposito cauzionale che variava da 15 mila a decine e decine di migliaia di euro.

Si tratte dei soldi che Biondo si sarebbe messo in tasca perché il bando esisteva solo nella sua mente. Ha fatto tutto da solo, come è nata l’indagine, ci sono altri truffati oltre a quelli già scoperti? Ruotano attorno a questi interrogativi le indagini della compagnia di Bagheria e del comando provinciale di Palermo, guidati dal generale Giancarlo Trotta.

L’attività della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto è ancora in corso con perquisizioni e sequestri. Nel raggiro sarebbero caduti imprenditori di mezza Sicilia. Non solo della provincia di Palermo, ma anche di Messina, Trapani, Agrigento e Catania. Biondo avrebbe creato un reticolo di società che erano delle scatole vuote. Il tutto facendo credere di godere dell’appoggio di potenti uomini dell’alta finanza e del circuito bancario.

 


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