Truffa sui bonus edilizi, sequestrati beni per oltre 37 milioni

Messina, truffa bonus edilizi: sei arresti, sequestrati beni per 37 milioni

Coinvolti un medico di base e un commercialista

MESSINA – Una presunta truffa sui bonus edilizi è stata scoperta dalla guardia di finanza di Messina che ha sequestrato oltre 37 milioni di euro ed arrestato sei persone. Sono Antonino Barbera, 72 anni (carcere), Domenica Barbera, 69 anni, Nicola Barbera, 45 anni, Felicia De Salvo, 68 anni, Silvia Lo Giudice, 41 anni, Roberto Pisa, 62 anni (tutti ai domiciliari).

La Procura, ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebite compensazioni fiscali e autoriciclaggio.

Le accuse

Gli indagati – secondo le accuse – avrebbero lucrato sui benefici fiscali introdotti dal decreto Rilancio del 2020 e dalle successive integrazioni. Tutto ha avuto origine dalla denuncia di un cittadino informato da un funzionario dell’Agenzia delle entrate dell’inserimento, nel proprio cassetto fiscale, di crediti d’imposta per 1,3 milioni di euro, riconducibili a lavori di ristrutturazione edilizia mai eseguiti.

Sulla base dei primi accertamenti, i finanzieri hanno scoperto agevolazioni fiscali sul Superbonus 110%, che risultavano cedute a una società, tramite la piattaforma “Cessione crediti dell’Agenzia delle entrate”, avente ad oggetto la locazione di beni immobili, poi risultata priva di personale e strutture. Accertamenti bancari e perquisizioni avrebbero consentito di ricostruire ulteriori crediti, inseriti nei sistemi informatici.

Il medico e lo Spid

L’attività ruotava intorno a Barbera, medico di base di Messina che, sfruttando il rapporto di fiducia con i suoi pazienti, proponeva loro la possibilità di ottenere i contributi statali “Ecobonus” e “Superbonus” per la ristrutturazione degli immobili. Così li invitava a rilasciargli le credenziali Spid, in modo da accedere, da remoto, al loro cassetto fiscale.

I crediti fittizi così creati venivano poi ceduti ad altri soggetti, tra cui quattro società riferibili al medico e a suoi parenti, per consentirne la monetizzazione attraverso la compensazione fiscale con debiti reali. Per le operazioni fiscali Barbera si sarebbe servito dell’aiuto del commercialista, Roberto Pisa,


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