Turchia, 13 nuovi arresti |per aver twittato - Live Sicilia

Turchia, 13 nuovi arresti |per aver twittato

L'accusa è sempre la stessa: incitazione ai disordini con messaggi diffusi su Twitter. E mentre le forze armate arrestano nuovi manifestanti, il premier Erdogan avverte che la pazienza del governo "ha un limite".

Ancora tensioni sul Bosforo
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ANKARA – Durante la scorsa notte in Turchia sono stati arrestati altri 13 manifestanti ad Adana, nella parte sud-orientale del paese: secondo l’agenzia Dogan, l’accusa è di aver incitato ai disordini con dei messaggi diffusi su Twitter. Martedì scorso 34 giovani manifestanti sotto i 20 anni erano stati arrestati con la stessa accusa a Smirne e altri 5 a Adana venerdì, secondo la stampa turca, dopo che il premier Recep Tayyip Erdogan aveva denunciato i social network come una “cancrena”. Twitter e Facebook sono i principali mezzi di comunicazione e di denuncia delle violenze subite per le centinaia di migliaia di manifestanti che nelle ultime due settimane sono scesi in piazza in Turchia e che chiedono le dimissioni di Erdogan.

La tensione resta alta in Turchia, dove nella notte ci sono stati nuovi scontri ad Ankara fra polizia e manifestanti, dopo che il premier Recep Tayyip Erdogan ha avvertito che la pazienza del governo “ha un limite”, ma anche che i mercati finanziari nazionali sono sotto l’attacco di speculatori. Per la seconda notte consecutiva, dopo 48 ore di tregua, la polizia ha disperso con la forza a Kizilay, nel cuore di Ankara, circa 10mila manifestanti che si avvicinavano pacificamente agli uffici di Erdogan. Ci sono stati feriti e arresti: anche ieri decine di migliaia di persone si sono riunite a Istanbul, Ankara e in altre città del paese per chiedere le dimissioni del premier. Erdogan ha convocato due grandi manifestazioni di risposta dei militanti del suo partito islamico Akp sabato e domenica prossima a Ankara e Istanbul.


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