CATANIA – Non lasciamoli “naufragare”, un progetto a tutela delle famiglie realizzato dalla Polizia di Stato, dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e dalla European Pediatric Association (EPA-UNEPSA) che, avviato a Catania, verrà esteso a tutto il territorio nazionale. Il progetto, a tutela dei minori e delle famiglie, per contrastare i pericoli derivanti da un uso improprio del Web, si svilupperà attraverso una campagna di informazione, sensibilizzazione e supporto delle famiglie italiane e dei minori per prevenire e contrastare i pericoli che vengono dall’utilizzo in Rete dei moderni mezzi di comunicazione telematica (pc, tablet, cellulari).
Nel corso di un primo board, alla presenza di Roberto Sgalla, Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato, di Roberto Di Legami, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e di Marcello La Bella, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Sicilia Orientale, unitamente a Luigi Nigri, Vice Presidente Nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), a Giuseppe Mazzola, Segretario Provinciale Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) di Catania e a Massimo Pettoello Mantovani Segretario Generale della European Pediatric Association (EPA – Unepsa), sono state concordate le linee guida dell’iniziativa, che prevede anche la pubblicazione e divulgazione di un decalogo contenente una serie di consigli per proteggere i propri figli dai pericoli della Rete e le modalità di intervento in situazioni di pericolo.
Un modo ancora più efficace per affiancare genitori e minori attraverso il supporto degli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni unitamente a quello dei pediatri di famiglia, con riferimenti certi e strutture dedicate. In una fase successiva i pediatri italiani sotto la guida degli psicologi e del personale altamente specializzato delle forze di polizia rileveranno i dati del fenomeno per portare la problematica e trovare soluzioni non solo nelle sedi istituzionali italiane ma anche a livello internazionale, assumendo entrambi il ruolo di capofila delle altre società pediatriche europee e dei corrispondenti organi di polizia essendo ormai la valenza del fenomeno così diffusa da non avere più confini.
Incontri, conferenze a manifestazioni completeranno la creazione di una rete informativa e di intervento che sempre più si propone per una tutela globale della salute e del benessere del bambino e della sua famiglia in tutti gli aspetti della vita quotidiana. “La Polizia di Stato, ha dichiarato Roberto Sgalla, Direttore Centrale per le Specialità, “è impegnata da tempo in progetti di educazione alla legalità che è anche crescita culturale per le nuove generazioni. In particolare, l’attuale iniziativa è rivolta non solo ai minori ma alle loro famiglie per far conoscere i rischi della rete, ma anche le sue opportunità.”
“La nostra esperienza nelle scuole, ha proseguito Sgalla, “mostra come i minori, a partire già dalle scuole dell’infanzia e primarie cominciano ad approcciarsi con gli strumenti informatici e la Rete. Questo progetto rappresenta, pertanto, un ulteriore importante passo per la creazione di un modello di “rete” informativa per rendere la Internet un’opportunità e non un pericolo per le famiglie e per i ragazzi proiettati sempre di più nel mondo online”.
“E’ un progetto di grande valenza sociale e di salute”, aggiunge il dott. Luigi Nigri della FIMP, “che nasce da una esperienza estremamente positiva già avviata in Sicilia, con la collaborazione di Marcello La Bella, responsabile del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Sicilia Orientale, e che consentirà di limitare i danni che segnano in alcuni casi il bambino per tutta la vita”. “Il coinvolgimento della Società Europea di Pediatria è un aspetto molto importante”, ha dichiarato Massimo Pettoello Mantovani, Segretario Generale della EPA – Unepsa, “che consentirà, grazie all’azione propositiva e di guida dell’Italia, di aumentare la coscienza del problema e definire strategie di contrasto anche in Paesi dove il fenomeno assume dimensioni molto più grandi e, in alcuni casi, più drammatiche rispetto al nostro”.