CATANIA– Volontà concreta di investire in Sicilia, nessuna certezza sui tempi di realizzazione dello store Ikea di Palermo e un danno di circa cinque milioni e mezzo di euro, su base annua, per il crollo del viadotto sulla Catania – Palermo. Rosario Caffo, store manager dell’Ikea di Catania, racconta a Livesicilia passato e presente degli investimenti della nota casa svedese, che nel 2011 ha debuttato alle falde dell’Etna con un investimento di 80milioni di euro. “Ci siamo impegnati -spiega Caffo- a realizzare con gli oneri di urbanizzazione importanti arterie che lambiscono il centro Ikea e abbiamo dato il via a un indotto che ogni giorno fa lavorare 450 persone”.
Numeri che contano in una Etna Valley (così si chiamava la zona industriale di Catania quand’era considerata la Milano del Sud), cinturata di strade colabrodo e capannoni abbandonati: “Trecento – commenta Caffo – sono i dipendenti dello store catanese, l’80 per cento dei quali è stato assunto a tempo indeterminato, 150 sono coloro che lavorano nel settore pulizie, manutenzioni e trasporti”. Non di poco conto le presenze: a Catania nel 2014 i vitatori sono stati 2,7milioni, la domenica si superano spesso le 20mila presenze.
INVESTIRE IN SICILIA. Rosario Caffo non ne fa mistero, la Sicilia è una piazza importante per Ikea. “E’ un mercato di grandissimo interesse, vogliamo rendere accessibili i nostri prodotti sia economicamente che fisicamente, in quest’ottica rientra Palermo, ma al momento non abbiamo alcuna certezza sulle tempistiche per la realizzazione dello store”. Palermo e Trapani rappresentano una fetta importante della clientela catanese, il crollo del noto viadotto sta comportando minori introiti per circa 500mila euro al mese. “Il negozio di Catania attrae clienti provenienti da Calabria, Sicilia e Malta. Numerosi i palermitani e i trapanesi, sono i clienti che acquistano di più”.
GLI SCIOPERI. Anche i dipendenti di Ikea scioperano, ma le cifre di adesione diffuse dai sindacati non sarebbero veritiere. “A Catania – spiega il manager Caffo- l’adesione reale è stata molto bassa del 20 per cento, c’è in discussione la modifica di alcuni aspetti del contratto come i premi aziendali e i premi di partecipazione, ma anche le maggiorazioni domenicali in alcuni casi del 130 per cento e in altri del 30 per cento. Vogliamo bilanciare premiando chi lavora di più. L’obiettivo – conclude Caffo – è continuare a restare in Italia, e soprattutto in Sicilia, nei prossimi cento anni”.