Carissimo fratello Salvatore,
siamo consumati. Sicuramente hai visto nello Skai che assaltarono al Cavaliere e ci tirarono una statuetta del Duomo di Milano. Dice che a tirarcela fu uno pazzo che decise che il Cavaliere ci faceva antipatia e lo aspettò davanti al palco dopo che aveva fatto un comizio per spiegarci agli italiani che, tranne tutti quelli comunisti, da Fini a Di Pietro, da Casini a Napoletano, dai giudici fissa a quelli vero importanti, insomma, tolti a questi, tutti gli altri italiani la mattina si svegliano e cantano “menomale che Silvio c’è” che ora dice che la devono inserire nella Novena di Natale e pure ai saggi ginnici delle scuole alimentari prima del Fratelli d’Italia. Insomma, questo pazzo comunista ci tirò una cosa che al presidente ci scugnò tutte le nasche e dice che ci fece danno pure alla dentiera.
Ora, a parte il fatto che quando lo portarono all’ospedale ci fecero vedere il catalogo e ci dissero presidente, a che ci siamo facciamo un tagliando bello assistimato? Lo sai com’è, prima di vedere che danno aveva fatto il Duomo di Milano, appero a livare tutto il cerone, lo scillicone e quando levarono tutte cose e guardarono quello che aveva restato, tutti dissero: no non può essere, uno così non lo possiamo mandare strade strade. Di cui ci proposero il tagliando e ci dissero che se lo volevano tenere per una para di mesi.
Non ti dico che successe. Bondi si ricoverò alla neurodeliri perchè lui che era pazzo d’amore, non potte sopportare che nello spedale del Cavaliere a lui non lo volevano fare entrare. Ah, ci disse, a Fini sì e a me no? Schifani si infilò il primo e non ebbero nemmeno il tempo di farci la negativa perchè lui era già al capezzale battuto solo dal Capezzone troppo impegnato a scegliere i pappagalli migliori perché non è conto che al Presidente ci puoi dare un pappagallo qualsiasi.
Ma io qui, caro fratello, non voglio fare quello che poi qualcuno ci può dire: miiii ma tu sei troppo comunista. Ci mancasse. Anzi, per dirla tutta, io penso – sgherzi a parte – che questo pazzo fece un danno terribile perchè se domani ci sono le votazioni Bellusconi si ammucca tutti i voti e agli altri ci lascia solo la carta dei caramelli. E in ogni caso penso che a Bellusconi se qualcuno ci deve dare un calcio in culo, tanto per dire, devono essere gli elettori che – purtroppamente – invece ci piace troppo assai. Certo, se la dobbiamo raccontare esatta, se a casa nostra le carte sono così contrapigghiate, non è conto che la colpa può essere a una banna sola… Ognuno ha la sua gatta a pettinare e il suo cane a tosare e davanti al montarozzo delle pietre ancora non ho visto a nessuno che ne piglia una e la tira. Comunque.
Il fattore che invece ti voglio raccontare è che a Palermo dove tante persone ammuttano il fumo con la stanga e vanno cercando scecchi morti per livarici i ferri, ci fu pure chi pensò che con questa storia della “statuine da combattimento” si poteva realizzare qualche leuro per mentere la pignata.
Così successe che a Ballarò in un carrettino c’era la fotografia di Lombardo e poi una poco di statuette di Sant’Agata. Belle pesanti. Ma pure qualche bella statuina del Liotro. L’Etna in miniatura no, forse ci parse troppo pesante.
In un’altra bancarella c’era una bella fotografia di quella facciona simpatica di Totò Vasa-Vasa. Accanto belle statuine di San Calogero e la copia piccola della clinica Santa Teresa. Con Cammarata non si poteva sbagliare: una intera flotta di motoscafi. Sotto la fotografia della Prestigiacomo ci toccarono i modellini della Madonna delle Lacrime.
Ma come ti pare che a un certo punto vitti pure la mia fotografia, quella fatta per il vattio del figlio di nostro cugino Angelo? E dissi: ma che c’entro io? Accanto alla foto c’erano tante statuette di Santa Rosalia. Solo allora mi accorsi che tutte le statuette del mercato erano fatte di panettone e che i palermitani sanno tirare solo le cose morbide perché per Natale non si scugna il naso a nessuno. Nemmeno a Berlusconi. Che poi magari pensa che pure Babbo Natale è comunista.
Ti abbraccio carissimo fratello. Ci vado a tirare una statuetta di Rosi Bindi al ragioniere Vadalà. Tanto quello è orbo e manco la vede arrivare. E non ci viene l’ispis.
Ti saluto e mi firmo
Tuo Pensabene Vincenzo
Dopo che a Bellusconi ci scugnarono il naso, successe che a Ballarò in un carrettino c’era la fotografia di Lombardo e poi una poco di statuette di Sant’Agata
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