CORLEONE (PALERMO) – In una lettera ha chiesto scusa e spiegato le ragioni del gesto estremo di uccidere la figlia.
Le salme di Lucia Pecoraro e Giuseppina Milone sono state restituite ai familiari. Non sono necessari ulteriori accertamenti: è stato un omicidio-suicidio. I carabinieri hanno trovato degli appunti scritti in cui la madre annotava il peso esistenziale che ha finito per schiacciarla assieme alla figlia. La prima ha scelto anche per la seconda, le cui capacità di autodeterminazione erano annullate dall’autismo. La madre si è scusata, non riusciva a farcela da sola.
Il dramma familiare
La madre prima ha strangolato con una corda la figlia al pianterreno dell’abitazione, poi è salita al primo piano e si è impiccata alla ringhiera. Così i carabinieri hanno rinvenuto i due corpi. Lucia Pecoraro, 78 anni, era rimasta da sola a prendersi cura della figlia Giuseppina, che di anni ne aveva 47. Pochi mesi fa il marito era morto di tumore. Salvatore Milone faceva l’infermiere.
Le condizioni di Giuseppina erano peggiorate
Marito e moglie hanno affrontato insieme con la forza necessaria l’impegno di occuparsi della figlia. Con forza e con amore, dicono le persone che li conoscevano. Otto mesi fa la morte del marito e il baratro. La figlia aveva anche smesso di camminare. L’ultima cosa che sono riuscite a fare insieme è stato un viaggio parrocchiale a Pompei.
Al ritorno le sue condizioni di salute si sono aggravate. Sono stati necessari dei consulti ortopedici. La figlia avrebbe dovuto eseguire degli esami specialistici. Oggi era in programma una radiografia. Probabilmente questo nuovo scoglio deve essere sembrato insormontabile per Lucia Pecoraro.
L’aiuto dei familiari
Non è stato, come spiega il sindaco di Corleone Walter Rà, un dramma della solitudine. I parrocchiani, gli assistenti sociali, i nipoti della donna e i vicini di casa erano molto presenti. Uno di loro era stato di recente nominato tutore di Giuseppina assieme alla zia ormai anziana. Avevano iniziato a pensare al futuro.
Lucia Pecoraro ha deciso che doveva andare diversamente. Sin dalla mattina i parenti hanno iniziato a telefonare. Nessuna risposta. Hanno avvertito il 118 e i vigili del fuoco. Più nulla c’era da fare.

