CORLEONE (PALERMO) – E’ una giornata di lutto e dolore a Corleone, in provincia di Palermo, dove tutti conoscevano la famiglia Milone. In base a quanto ricostruito finora, Lucia Pecoraro, 78 anni, ha prima ucciso la figlia Giuseppina, affetta da una grave forma di autismo, poi si è tolta la vita. Una tragedia che ha gettato nello choc l’intero paese, come racconta il sindaco Walter Rà.
“C’è molta incredulità, la comunità è scossa. Si trattava di una famiglia benvoluta e stimata da tutti, di persone buone. Siamo davvero addolorati per quello che è successo”. La donna aveva perso il marito otto mesi fa: Salvatore Milone, infermiere all’ospedale dei Bianchi, è morto in seguito a una malattia.
“I servizi sociali si erano fatti avanti”
“Era un uomo che tutti ricordano per la sua bontà – prosegue il primo cittadino -. Dopo la sua scomparsa la comunità ha offerto in vari modi il proprio sostegno alla moglie, rimasta da sola con la figlia disabile. Anche i servizi sociali si erano fatti avanti per mettere a disposizione la propria assistenza, ma i familiari avevano rassicurato tutti: erano molto vicini alla signora, la aiutavano costantemente. Anche oggi si erano recati in casa loro, ma non è rimasto che lanciare l’allarme”.
La tragica scoperta
I corpi senza vita della donna e della figlia sono stati trovati dai vigili del fuoco. “Una notizia che ha gettato tutti in profondo sconforto – aggiunge il sindaco -. Eravamo abituati a vedere questa famiglia ogni domenica a messa, erano molto religiosi. Erano ben inseriti nella comunità parrocchiale di Santa Maria di Gesù e la signora aveva anche partecipato a un viaggio a Pompei, proprio per regalare qualche momento di svago alla figlia. Era una situazione complessa, ma attenzionata. Nessuno le aveva abbandonate. Adesso è un momento di grande dolore, alle famiglie colpite da questo dolore va il nostro cordoglio”.
“Persone con grande dignità”
Il dramma in pieno centro storico, dove stamattina sono arrivati anche i sanitari del 118 a i carabinieri. “Siamo senza parole – dicono i vicini di casa -. Persone splendide, che hanno sempre vissuto con grande dignità. Non possiamo giudicare, non possiamo sapere lo stato d’animo con cui conviveva questa donna. Possiamo solo dire che abbiamo il cuore a pezzi”.
“Dramma che toglie il fiato”
“Conoscevamo la famiglia. Mia madre abita di fronte. I parenti e i vicini di casa sono sempre stati al fianco di Lucia, soprattutto dopo che ha perso il marito Salvatore. Tutti ricordiamo marito, moglie e figlia che insieme facevano lunghe passeggiate per il paese. Quando questa mattina ho sentito la notizia, mi si è raggelato il sangue. Nessuno di noi aveva minimamente pensato a un epilogo così tragico. Un dramma inatteso che toglie il fiato”. Lo dice un vicino di casa della famiglia Milone che si commuove quando parla delle due donne che sono state trovate morte a Corleone.
Cisl: “Dramma esistenziale”
Sul caso interviene anche la Cisl: “Cio che è avvenuto a Corleone mostra quanto il dramma esistenziale della solitudine in cui si ritrovano molte persone che devono anche gestire difficoltà quotidiane legate al mondo della non autosufficienza, a volte rischia davvero di implodere ed esplodere in un modo cosi terribile. Siamo vicini alla famiglia”, dice la segretaria della Cisl Palermo Trapani, Federica Badami.
“Bisogna tutti interrogarsi – aggiunge – sul sistema sociale e delle politiche che dovrebbero accompagnare e non far sentire sole le persone che affrontano un dramma così grande. Serve prevenzione, servono psicologi, l’assistenza domiciliare va potenziata. Bisogna lavorare tutti insieme affinché queste periferie esistenziali non portino più a drammi di questo tipo”.
L’assessore Calabrò: “Non bisogna sentirsi soli”
“La tragedia di oggi avvenuta a Corleone colpisce profondamente ognuno di noi, e richiama l’attenzione sul carico emotivo, fisico e materiale che vivono ogni giorno i caregiver familiari”, dice l’assessore comunale alle Politiche sociali, Mimma Calabrò. “Quando si attraversano momenti di sofferenza così grandi, l’incertezza del futuro per il proprio figlio può diventare un peso insostenibile. Chi assiste un figlio con disabilità, specialmente quando non c’è una rete familiare su cui contare, deve sapere che esistono servizi sociali pronti ad accompagnare, ascoltare e sostenere le famiglie. Non bisogna sentirsi soli, anche quando tutto sembra dire il contrario.”
E aggiunge: “Il “dopo di noi” non è una frase vuota ma è il concentrato delle preoccupazioni che ogni genitore ha pensando al futuro del proprio figlio quando questo resterà solo. Le Istituzioni hanno il dovere di potenziare concretamente le attività e le progettualità legate alla condizione del “dopo di noi”, e la societa tutta deve ripensarsi in una dimensione piu umana e solidale. La chiusura dell’anno di Palermo Capitale Italiana del Volontariato deve lasciare la traccia di una solidarietà diffusa, capace di costruire un welfare inclusivo pronto a tendere la mano a chi ne ha bisogno. Dobbiamo pensare a una comunità che non lascia indietro nessuno”.

