Uccise brutalmente la madre, ottiene i domiciliari - Live Sicilia

Uccise brutalmente la madre, ottiene i domiciliari

Il processo è tuttora in corso dinanzi al Tribunale di Enna: i giudici hanno concesso a Maria Gozza il trasferimento in una comunità
TRIBUNALE DI ENNA
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ENNA. Il Tribunale ha concesso gli arresti domiciliari a Maria Gozza, la quarantottenne di Aidone che il 16 novembre 2021 ha ucciso brutalmente sua madre, Vittoria Malaponti, nella loro casa del quartiere San Giacomo. La vittima è stata trovata dai carabinieri in bagno con il cranio fracassato. I giudici hanno accolto la richiesta di revoca del carcere avanzata dal suo difensore, l’avvocato Carmelo Lombardo.

La donna si trasferisce dunque, sottoposta a custodia cautelare, ai domiciliari nella comunità del Cappuccini Santa Maria degli Angeli di Troina. Intanto il processo prosegue a Enna con rito immediato. I giudici, sostanzialmente, in questa fase hannoritenuto affievolite le esigenze cautelari: la donna era in prigione dal giorno stesso dell’omicidio, che ha confessato. Il dibattimento è quasi giunto al termine dell’istruttoria dibattimentale. Si tornerà in aula il 28 giugno.

Quel giorno deporrà il medico legale Salvatore Bruno, che ha visitato l’imputata e chiarirà se – agli occhi del consulente della difesa – la donna possa essere ritenuta, o meno, parzialmente o totalmente incapace di intendere e di volere al momento dei fatti. Nell’interrogatorio di garanzia, lei ha confessato al gip di avere ripetutamente colpito la madre, al termine di una lite scaturita dal fatto che la donna, con diverse patologie, si rifiutava di trasferirsi in una struttura riabilitativa.

Lei, l’imputata, accudiva la madre da oltre 20 anni, da quando era morto il padre; ma nel mese antecedente al delitto, la vittima le avrebbe chiesto di assisterla 24 ore su 24. La Gozza aveva così dovuto abbandonare il lavoro di Oss e massaggiatrice che svolgeva. In questa situazione, a un certo punto, si sarebbe consumato il delitto. Quel maledetto martedì mattina la quarantasettenne aveva chiamato i carabinieri chiedendo aiuto e dicendo che la madre si era suicidata.

I militari però trovarono il cadavere in una pozza di sangue, con numerose ferite e i sospetti si incentrarono sin da subito su di lei, fino alla confessione. L’indagine è stata condotta dai carabinieri della stazione di Aidone, diretti dalla compagnia di Piazza Armerina, in collaborazione con gli uomini del nucleo investigativo di Enna; e sotto il coordinamento della magistratura ennese, diretta dal procuratore Massimo Palmeri.

Maria Gozza ha sempre lavorato privatamente come fisioterapista, utilizzando quanto appreso nei corsi di “operatore del massaggio” e “tecnico dei servizi sociali” seguiti per andare a casa delle persone, soprattutto anziane e famiglie della sua cittadina, a dar loro una mano a gestire piccoli acciacchi. Anche per questo, ma anche per la sua attività di volontaria – che la portava ad esempio a partecipare alla cosiddetta “terapia del sorriso”, con abiti colorati, per i bambini del reparto di pediatria – da Enna e Piazza Armerina, diverse persone sono andate a trovarla in carcere dopo il delitto.


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