CATANIA. L’esordio tra gli scranni del parlamento di Strasburgo per la neo eurodeputata Michela Giuffrida, non è stato di quelli qualunque. E’ coinciso tutto con l’insediamento del semestre di presidenza italiano (con tanto di discorso del premier Renzi) e con la certezza di avere portato a casa una prima, importante, vittoria: quella di figurare tra i componenti della nuova Commissione europea all’agricoltura. Dove l’equazione “agricoltura” uguale “Sicilia” diventa una automatica certezza prima ancora che una suggestione.
Onorevole Giuffrida, immaginiamo che il battesimo in aula abbia portato anche un pizzico di emozione…
”L’emozione c’è stata e non è stata nemmeno un pizzico…E’ stata una grande e bella emozione perché trovarsi protagonisti nel proprio piccolo, trovarsi ad essere una tra quelle pedine che sanno di stare vivendo un momento storico caratterizzato non solo dall’insediamento al Parlamento europeo ma anche dalla presidenza del semestre italiano, beh, credo che si vada ben oltre la cronaca: è un momento carico di moltissima aspettativa”.
E c’è stato anche il discorso di Renzi. L’ha colpita?
“Certamente. Ognuno di noi è “carico”: sappiamo che qui si sta a giocando una bella ed ambiziosa partita. Ecco perché l’emozione c’è stata: è stato un pò come un primo giorno di scuola pieno di tante responsabilità. Che è poi sono quelle che mi sento addosso”.
Ha avuto modo in questo primo mese di esperienza, di comprendere quale proposito sarà possibile mettere in pratica sin da subito ed in cosa, invece, ci sarà da battagliare?
“Sono già stata tre volte a Bruxelles ma qui a Strasburgo c’è la realtà solenne del Parlamento europeo dove ho vissuto la mia prima plenaria e dove ritornerò il 14 luglio per la seconda seduta. Certamente, comincio a intravedere i meccanismi che caratterizzeranno la quotidianità del mio lavoro. Tante sono le aspettative: io metterò tutta la mia buona volontà. L’ho promesso in campagna elettorale e non tradirò la mia terra. La mia Sicilia”.
Catania e la Sicilia: da quali istanze partirà l’eurodeputato Michela Giuffrida?
“Vi dico, intanto, che sono felice di essere stata inserita in Commissione agricoltura: potete immaginare cosa significa per una terra come la Sicilia dove il prodotto interno lordo è per il 45% costituito dall’agricoltura. Avevo chiesto fortemente di esservi inserita: sono stata accontentata e, adesso, è da qui che parto per lavorare per la mia terra”.
Farà parte anche di altre Commissioni?
“Sarò componente anche della Commissione per lo sviluppo regionale: una commissione che ha grande importanza per la Sicilia perché la Sicilia è tra le regioni che sino ad oggi, purtroppo, ha avuto uno sviluppo deficitario. Credo che sia il modo migliore per cominciare per una neofita come me, per una persona che sino ad oggi ha fatto una professione bellissima come quella del giornalista ma che si affaccia sul mondo della politica sentendosi addosso tutta la responsabilità di dover lavorare per il proprio territorio”.
Da giornalista e direttore, tante volte Lei ha parlato di questo distacco tra il Palazzo e la gente: come pensa, nel ruolo che oggi ricopre, di accorciare questa distanza?
“Rispondo dando una ulteriore notizia: quella che farò parte anche della Commissione che si occupa delle Petizioni. Non si smette mai di essere giornalisti e quando mi hanno assegnato anche a questa terza commissione ho subito pensato che la vivrò proprio come giornalista: continuando a fare quello che fino a ieri è stato il mio mestiere. La commissione si occupa di tutte le petizioni a livello europeo e potrò coniugare il mio mestiere di una volta con la mia attività di deputato sempre tra la gente e con la gente”.
Ha potuto toccare con mano quello che è il peso dell’Italia a Strasburgo?
“Beh, il peso dell’Italia sta tutto nel discorso di Renzi al momento dell’insediamento del semestre italiano di presidenza: ha detto, intanto, che bisognerà guardare in faccia la crisi senza avere paura; bisognerà utilizzare due termini in questa legislatura ed ancor di più in questo semestre, ovvero, coraggio e orgoglio. Dobbiamo avere il coraggio di rivendicare la nostra appartenenza e l’orgoglio di essere italiani chiedendo più attenzione all’immigrazione clandestina: una problematica tutta Siciliana in virtù del fatto che siamo una terra di frontiera. E, poi, dobbiamo chiedere rigore ma anche il diritto alla crescita. Personalmente sono pronta a fare la mia parte”.