PALERMO – Un intero campionato a rincorrere l’obiettivo salvezza, con una tifoseria pronta ad abbracciare i propri beniamini. Il Palermo ha raggiunto il proprio obiettivo stagionale e può festeggiarlo dando ai tifosi l’opportunità di esultare insieme allo stadio “Renzo Barbera”. Non per una partita e non con un biglietto: il Palermo torna ad aprire le porte della propria casa a nove mesi di distanza dall’ultima volta, quando ritrovò la propria gente al termine del ritiro di Bad Kleinkirchheim e Storo. Stavolta sarà un abbraccio diverso, perché arriva al termine di una cavalcata e non all’inizio di una nuova avventura. Perché stavolta i dubbi estivi sono stati dissipati del tutto. Perché qualche volto amico, probabilmente, non sarà più parte del gruppo tra qualche mese.
Dal 17 agosto 2014 al 7 maggio 2015 sono cambiate tante cose. Barreto non è più il capitano acclamato dalla curva, Dybala non è più un ragazzino sul quale sperare e Vazquez non è più un’incognita per la Serie A. Però c’è sempre Iachini alla guida di una squadra e di un progetto che vuole ritrovare la propria tifoseria al centro della scena, come nei bei vecchi andati. Ed ecco allora che il giovedì pomeriggio al “Renzo Barbera” può trasformarsi in qualcosa di più di un semplice allenamento a porte aperte: perché non è mai tardi per ringraziare chi, con la maglia rosanero, ha ottenuto anche più di quanto richiesto, e dopo una “fredda” promozione in Serie A è giusto tributare un applauso collettivo a questo Palermo.
S’è parlato tanto di caro biglietti e di un Palermo che non voleva più aprirsi ai propri tifosi, ma la realtà è che il rapporto tra il club di viale del Fante e i propri aficionados non ha avuto grandissime occasioni per ricucirsi. La gente da tempo aspetta la possibilità di assistere ad una seduta di allenamento in tutta libertà, ma Iachini ha giustamente optato per le porte chiuse, conscio di avere ancora nella faretra qualche freccia da lanciare per la corsa ad altri obiettivi. Ora che con la salvezza ottenuta si è rallentato il passo, bisogna anche essere realistici. E allora, in una fase di stanca del campionato, aprire le porte ai palermitani e tendere la mano verso chi (alcuni di più, altri di meno) si è sempre fatto sentire nel corso della stagione, può essere il segnale di un definitivo riavvicinamento.
Un’immagine positiva, quella di un “Renzo Barbera” spalancato per la festa dei tifosi, che servirà anche a cancellare una volta per tutte le ultime volte in cui il Palermo ha chiamato i propri tifosi a raccolta per le sedute infrasettimanali. Era il secondo Palermo di Sannino, una squadra ormai data per spacciata, che invece riuscì ad inanellare una serie di risultati utili tali da uscire, per una sola settimana, dalla zona retrocessione. Non bastò a mantenere la categoria, ma la spinta del pubblico anche in giorni lontani dalla partita si è rivelata utile per sperare. A quei momenti, però, è legato anche il ricordo amaro del peggior Palermo dell’era Zamparini. Stavolta le porte aperte avranno tutt’altro significato.