Un architetto di Gela: | "Chiuso in casa, quanta paura" - Live Sicilia

Un architetto di Gela: | “Chiuso in casa, quanta paura”

Un giovane professionista siciliano che vive a Parigi racconta gli attimi di terrore nella notte parigina: "Ero con alcuni amici in un centro commerciale, non ci siamo accorti di nulla. Poi, la strada era piena di ambulanze".

l'attacco alla francia
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GELA (CALTANISSETTA) – “Ero con tre amici à les halles in un centro commerciale, in un cinema a vedere un film, a due stazioni dall’epicentro dai fatti. Sono circa 700 metri di distanza. Ma non abbiamo sentito nulla perché la sala è insonorizzata”. A raccontare i minuti di terrore vissuti a Parigi è Filippo C., un giovane architetto di Gela che vive in Francia, dove si è trasferito da qualche anno per motivi di studio. “Ora sono chiuso nella casa di uno dei tre amici con cui ero al momento degli attentati. L’appartamento dove vivo io è in uno degli isolati, teatro delle stragi e per ora la zona è blindata e non posso andare. Le forze dell’ordine ci hanno detto di restare chiusi in casa”. 

“In un primo momento ci avevano informato che c’era in corso una sparatoria anche dove ero io. La voce si è diffusa subito nella sala dove era in corso la proiezione del film grazie alle notizie che circolavano già in rete. Quando ho preso in mano il mio cellulare ho trovato decine di chiamate e messaggi. Ho rassicurato i miei familiari che sessi bene e mi stavo mettendo al riparo, seguendo le indicazioni della Polizia. Quando siamo usciti – racconta ancora Filippo – le strade erano invase da forze dell’ordine. Un corteo di ambulanze invadeva le strade. Siamo riusciti a salire su un taxi e ci siamo fatti accompagnare nella casa di un amico, dove mi trovo tuttora, dalla parte opposta della zona in cui abito io. Erano le 22.30 circa. Quello che siamo riusciti a vedere era solo confusione in strada e polizia ovunque. Nei ristoranti della zona c’era il panico e molti si chiudevano dentro. Abbiamo avuto – Conclude ancora Filippo – tanta paura. In quei momenti ti senti in trappola, non sai che fare. Per ora non rientro. La polizia ci ha chiesto di restare chiusi in casa”.

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