Un panino da undicimila euro - Live Sicilia

Un panino da undicimila euro

Il panino è l'epicentro di questa polemica che ha contrapposto un celebre giornalista al Parlamento siciliano. Ed è, a suo modo, una metafora.

PALERMO– Quanto vale un panino? Non nel suo effettivo prezzo di mercato al tempo della crisi. Come confine etico. Come segno di distinzione tra il privilegio e la fatica di sbarcare il lunario. Intorno al panino si è dunque sviluppata l’ultima polemica mediatica che ha coinvolto il Parlamento siciliano e un big del giornalismo: Gian Antonio Stella, già co-autore di un fortunato libro e numerose pubblicazioni anti-casta. La slavina è scaturita da un sasso lanciato a Palazzo dei Normanni dal deputato forzista Giorgio Assenza.

Rileggiamo la cronaca stenografica del suo intervento: “Siccome a me piace essere schietto, io non mi sono mai sottratto come molti colleghi alle domande insidiose dei giornalisti che ti dicevano: ‘Ma alla fine quanto venite a prendere?’. Prendere, che bel termine, perché noi siamo ormai ridotti a questo, così un banco sull’ortoftutta, il deputato è arrivato a questo (…) Perché, signor presidente, ognuno ha la sua dignità e non mi si può dire che devo venire qui con l’autobus, perché non ho il tempo neanche di prenderlo l’autobus. Poi, con l’Ast siciliana abbiamo voglia di venire da Ragusa con l’autobus e con la littorina! O non mi si può dire che io mi devo mangiare il panino, me lo mangio quando è il caso, ma se non è il caso io vado al ristorante e lo pago con i miei soldi, così come faccio quando vado in trasferta per il Consiglio dell’Ordine degli avvocati. Però, signor presidente, tutto questo comporta che la funzione abbia una sua dignità.

E allora la sua dignità merita un minimo: e quando io dico che non è spropositato io parlo perché è la realtà (…). Ed è questa la rovina dell’Italia? No, la rovina dell’Italia sono quei conduttori, quelli sì che percepiscono milioni, milioni di euro l’anno, sfruttando la demagogia di questo, parlando contro la classe politica e approfittando loro, soprattutto i conduttori delle tv nazionali, approfittando loro dei lauti compensi tratti dai soldi pubblici; o i giornalisti che sono diventati milionari, vendendo libri in cui puntano il dito su questo malcostume stesso, travisando i fatti o narrandoli solo parzialmente”.

Scroscianti battimani, i complimenti del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone per “l’appassionato intervento”. L’argomento della seduta era, per inciso, la dieta imposta all’antica Assemblea dal recepimento del decreto Monti, con annesso taglio ai guadagni dei deputati che, dal nuovo anno, percepiranno undicimila e cento euro lordi, una decurtazione del trenta per cento. Da qui il grido di dolore di Assenza, apprezzato trasversalmente da molti dei suoi colleghi, con l’eccezione dei grillini.

La questione del panino non è passata inosservata. Ed è stata ripresa proprio da Gian Antonio Stella in un urticante articolo sul ‘Corriere della sera’, pubblicato il 22 dicembre e dedicato alle ‘malefatte’ degli onorevoli siciliani. Scrive Stella: “Coi Forconi in piazza, i siciliani furenti e i grillini pronti a dimostrare di non avere mai incassato più di 2.500 euro al mese più le spese documentate, alla fine han dovuto cedere. D’ora in avanti la busta paga dei parlamentari isolani sarà di 11.100 euro lordi. Con qualche aggiunta (più bassa che un tempo) solo per i presidenti della giunta, dell’assemblea e delle commissioni. E 55 mila euro a testa per i portaborse, ma che dovrebbero esser versati direttamente (se è così, okey) ai collaboratori. Ultimo ‘ritocchino’: l’adeguamento automatico al costo della vita. Cioè il ripristino per i deputati siciliani, udite udite, della scala mobile”.

L’editorialista del ‘Corriere’ riporta uno stralcio dell’intervento di Assenza – additato a esempio negativo dei privilegi – e incalza: “E il presidente dell’Ars, l’avvocato Giovanni Ardizzone, gli fa pure i complimenti. In America lo farebberoa pezzi per una frase simile”. La polemica è servita. Bollente. Soprattutto perché Assenza non ha incassato di buon grado. Anzi, ha deciso di rispondere con una lettera di contro-replica: “All’Ill.mo Dott. Gian Antonio Stella (…) Vogliamo che di politica si occupino solo coloro che, non avendo mai lavorato, fanno della politica la loro ragione di vita e l’unico mestiere di cui sono capaci? (…) Non è per caso che tutta la Sua “benevola” attenzione nei miei confronti derivi dall’avere osato, nel corso dell’intervento incriminato, criticare i giornalisti che hanno incrementato le proprie fortune, non solo letterarie, cavalcando il facile e scontato argomento della lotta alla casta (politica si intende, in Italia altre non ne esistono!)? Le auguro un sereno Natale. L’extraterrestre di Ragusa, Giorgio Assenza”.

Parole di padre e di madre, si diceva tra compagni delle elementari. Una godibilissima e feroce lotta da riempirci pagine e pagine di gossip parlamentare e mediatico. Una di quelle guerricciole di carta e di cartapesta che si trascinano di faida in faida, fino all’ultimo articolo e al penultimo comunicato. Resta inevasa la domanda sul confine: il costo di un panino riguarda il cartellino del prezzo sul banco, o può essere la metafora – e ognuno scelga il verso  – di una comunità e del suo naufragio?


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