08 Febbraio 2014, 07:51
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PALERMO – La nuova Forza Italia di Silvio Berlusconi si organizza in Sicilia in vista dei prossimi impegni elettorali. Il primo test politico significativo si avrà con le Europee. Per le quali è pronto a ricandidarsi l’uscente Salvatore Iacolino, vicecapogruppo della delegazione forzista a Strasburgo.
Onorevole Iacolino, a che punto è il percorso organizzativo di Forza Italia in Sicilia?
“Al momento c’è una fase di riflessione. Il coordinatore regionale Vincenzo Gibiino, persona di cui ho apprezzato la capacità d’ascolto e l’equilibrio, sta lavorando”.
Siete pronti per il test delle Europee?
“Fintanto non c’è la certezza che non si voti per le Politiche, l’appuntamento con le Europee passa in secondo piano nell’attenzione dei partiti. Ma certo si sta lavorando a una lista forte. Io mi ricandiderò, ritengo di essere stato presente e concreto nel corso del mio mandato”.
Avete lavorato anche alla creazione di club sul territorio. A che punto è questo processo?
“I club Forza Silvio si nascono sia attraverso gli stimoli dei parlamentari sia a livello spontaneo. È uno strumento per avvicinare i giovani e i meno giovani, rivitalizzare la politica e fornirle energie fresche”.
Quali sono i rapporti con i vostri ex compagni di partito del Nuovo centrodestra? Gli screzi e i dissapori dei mesi scorsi sono stati dimenticati?
“E’ chiaro che l’obiettivo di Berlusconi è quello di vincere le prossime Politiche. E per vincere servono le alleanze. Al momento, certo, finché loro stanno al governo, i rapporti sono conflittuali. Ma alle Politiche si andrà insieme, per vincere”.
Che risultato vi aspettate per le Europee?
“Berlusconi tiene a fare molto bene in Sicilia. Molto dipenderà dall’affluenza, che alle ultime elezioni ha penalizzato la Sicilia”.
L’Europa è sempre più il centro delle decisioni politiche, anche se l’attività delle istituzioni comunitarie non gode di grande attenzione dei media. In questa sua esperienza da europarlamentare, quali sono stati i passaggi che hanno toccato più da vicino la Sicilia?
“Sì, non c’è sempre la giusta attenzione da parte dei media. L’ottanta per cento delle norme su cui si azzuffa a Roma sono in realtà conseguenza dei nostri provvedimenti. Nel corso del mio mandato, ad esempio, mi sono impegnato sui temi della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, che certo interessano molto la Sicilia. Sono stato relatore del rapporto per la commissione speciale su crimine organizzato e corruzione. La corruzione è terreno fertile anche per la criminalità organizzata ragion per cui bisogna bonificare questo ‘habitat paludoso’ fornendo nuovi strumenti alla magistratura, anche in termini di cooperazione giudiziaria e di polizia fra gli Stati membri nel caso in cui si verificano episodi di corruzione transnazionale. L’istituzione della Procura europea, di cui sono responsabile, può contribuire a recidere i legami che le mafie allacciano con professionisti, imprenditori, politici e burocrati corrotti”.
Anche il tema dell’immigrazione, dopo la tragedia di Lampedusa, è stato finalmente affrontato con maggiore attenzione dalle istituzioni europee.
“Sì, sono stati fatti dei grandi passi avanti, per spiegare che non si tratta di un problema solo siciliano o italiano, ma europeo, e che come tale va affrontato. Nei giorni scorsi è stata approvata anche un’importante direttiva sui lavoratori stagionali, per contrastare fenomeni odiosi come il caporalato ed evitare che si ripetano più eventi come quelli accaduti nel 2010 a Rosarno. L’obiettivo finale è tutelare i profughi in cerca di protezione e rimpatriare invece i migranti economici irregolari, nel rispetto dei diritti fondamentali di ciascuna persona”.
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