Sette milioni di euro. Più o meno. Tanto l’Unione europea e il ministero dell’Università hanno “versato” all’ateneo di Palermo per la realizzazione e l’“attivazione” del Centro di produzione multimediale dell’Ateneo. Un centro ignoto a molti, e situato fuori dagli itinerari soliti degli studenti. Lontano, insomma, dalla cittadella universitaria o dagli edifici storici del centro. In pochi sanno, infatti, che in via Veneziano, una traversa di corso Finocchiaro Aprile esiste una redazione ipertecnologica. Dalle apparecchiature modernissime, che farebbero invidia persino alla Rai. Già, quel tesoro ignoto si trova chiuso a chiave al primo piano di uno dei palazzi in fila tra una bottega a conduzione familiare e una macelleria. Lungo le strade intrise di odori di panelle e meusa. A “Centrico”, il centro di via Veneziano chiuso in attesa di una pronta “riattivazione” (“un mese e lo riapriamo”, la promessa dell’Ateneo palermitano), il mensile “S”, in edicola da sabato, ha dedicato un ampio servizio firmato da Accursio Sabella.
I soldi sono piovuti dall’Europa e dal ministero sotto forma di finanziamenti a progetti (“Centrico”, Tutorfad”, “Sestante”, “Interazione” sono alcuni dei nomi). Ma oggi tutto è chiuso. E spento. Così come la radio universitaria che trasmetteva proprio da quegli studi nei quali spiccano stanze insonorizzate, mixer, “acquari” per le trasmissioni radiofoniche, telecamere di grande valore. La radio si chiama (o meglio si chiamava) “Libertà di frequenza” e faceva parte di un “network” di emittenti universitarie. Il 5 novembre l’ultima trasmissione: una diretta dedicata all’assassinio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo.
Insomma, da novembre su quelle attrezzature preziosissime sta iniziando a calare la polvere. Nel frattempo, infatti, sono “scaduti” i contratti dei tecnici e dei giornalisti che lavoravano nel Centro. Il lunedì successivo a quell’ultima trasmissione, raccontano alcuni studenti che partecipavano ai programmi della radio, “sono state cambiate le serrature dei locali la radio è stata spenta”. Spenta, ma non per sempre, assicura l’università: “L’ateneo – precisa sulle pagine di ‘S’ Alida Lo Coco, ordinario di psicologia e delegato del rettore per il Centro di orientamento e tutorato – non ha alcuna volontà di disperdere il grande patrimonio di attrezzature conservato in via Veneziano. Credo che tra un mese verrà individuata la soluzione migliore e il Centro potrà tornare a funzionare”.