PALERMO – I teatri siciliani intravedono uno spiraglio. Dopo le proteste degli ultimi giorni per i tagli ai principali enti lirici e di spettacolo finanziati dalla Regione, la commissione Cultura dell’Ars torna ad assegnare ai teatri risorse per quasi sette milioni di euro. I fondi verranno prelevati dai fondi globali dell’Assemblea regionale, ma dovranno prima essere approvati dalla commissione Bilancio.
Le somme assegnate a ciascun ente sono descritte in una tabella approvata dalla quinta commissione, presieduta dal deputato Pd Luca Sammartino. Tornano a respirare il teatro Massimo Bellini di Catania e il Massimo di Palermo, ai quali vengono assegnati rispettivamente due milioni di euro e un milione di euro. Fondi in arrivo anche per l’Orchestra sinfonica siciliana, a cui andranno un milione e 200 mila euro, mentre al Fondo unico regionale per lo spettacolo andranno poco più di un milione e centomila euro. Seguono poi il teatro Vittorio Emanuele di Messina, a cui vengono destinati poco meno di seicentomila euro, il Biondo di Palermo che riceverà 376 mila euro, il teatro Stabile di Catania con 240 mila euro e il festival Taormina Arte, a cui andranno 195 mila euro. Riceveranno finanziamenti, poi, l’Istituto nazionale di dramma antico, a cui sono stati destinati 90 mila euro, la Fondazione The Brass group, con 37 mila euro, l’Istituto Orestiadi con 40 mila euro e il teatro Pirandello di Agrigento, a cui andranno 7 mila e cinquecento euro.
Il finanziamento di quasi sette milioni di euro è una bocciatura dell’Allegato Uno con cui il governo Musumeci prevedeva tagli lineari agli enti culturali siciliani, e verrà coperto con somme che derivano dai fondi globali, ovvero i fondi di riserva del bilancio della Regione. “È un gesto forte bocciare l’allegato proposto da Musumeci – dice Luca Sammartino – ma è inaccettabile che un governo appena eletto guardi a tagli alla cultura per il contenimento della spesa. Da presidente della commissione mi sono battuto perché si facesse questo emendamento, in condivisione totale con tutte le altre forze politiche di maggioranza e opposizione, e ci batteremo per farlo approvare in commissione Bilancio per dare maggiori certezze ai lavoratori. Se il governo vuole tagliare da qualche parte – conclude Sammartino – non inizi dalla cultura: in Sicilia abbiamo bisogno di un comparto in grado di funzionare e dare prospettive”.
I tagli ai teatri sono stati al centro delle proteste negli ultimi giorni. A Catania il sindaco Enzo Bianco, presidente del consiglio d’amministrazione dell’ente lirico Massimo Bellini, ha lanciato l’allarme su una possibile chiusura del teatro in assenza dei finanziamenti regionali: “Sarebbe un suicidio pensare di mettere sulla strada 250 dipendenti regionali in una città come la nostra – ha dichiarato Bianco – senza contare le ricadute pesantissime sul turismo”. Bianco ha poi sottolineato che il Massimo Bellini non può accedere a fondi nazionali, e che i fondi regionali servono a pagare gli stipendi dei dipendenti mentre “dal punto di vista delle produzioni il teatro da alcuni anni si sostiene da sé”. Sempre sul Bellini sono entrati in allarme i sindacati, che hanno chiesto a Bianco di consegnare le chiavi del teatro a Nello Musumeci: “Il presidente della Regione e il suo governo saranno ricordati come coloro che hanno chiuso il Massimo Bellini – si legge in una nota congiunta di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uil-Com, Ugl-Spettacolo, Fials Libersind – avevamo sperato che si fosse finalmente chiusa la lunga stagione dei continui tagli regionali, prendiamo atto che così non è”.
L’altro polo della protesta si è concentrato sul teatro Vittorio Emanuele di Messina, a cui in finanziaria sono stati tagliati fondi per 885 mila euro, e in cui per questo motivo la Fp-Cgil ha proclamato lo stato di agitazione delle maestranze: “Ancora – hanno dichiarato Clara Crocè, segretaria regionale Fp Cgil di Messina e Francesco Fucile, segretario generale della Fp di Messina – non abbiamo visto alcuna azione positiva da parte del governo per contrastare la grave crisi finanziaria dell’Ente Teatro, gli impegni assunti sono rimasti lettera morta. Tra questi c’è la redazione della dotazione organica e il relativo inquadramento del personale”. Proprio a Messina Nello Musumeci ha rivendicato i tagli in finanziaria: “”I tagli sono ovunque – ha sottolineato Musumeci – non solo alla cultura, è un bilancio ingessato, un bilancio impossibile. Basta pensare che solo i disabili gravissimi costano ai siciliani 220 milioni di euro”.