Valverde, in una scuola scoppia |polemica per l'orario "ad personam" - Live Sicilia

Valverde, in una scuola scoppia |polemica per l’orario “ad personam”

È bagarre all’istituto comprensivo “Padre Allegra” di Valverde, teatro di un acceso scontro tra alcuni genitori e la dirigente scolastica. In ballo una sentenza del Tar, applicata, a detta dei genitori, in maniera discriminatoria.

IL CASO DOPO LA SENTENZA DEL TAR
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VALVERDE – Tre volte a settimana, undici giovanissimi studenti dell’istituto comprensivo “Padre Allegra” di Valverde rimangono in aula, sconsolati, un’ora in più rispetto ai compagni di classe e agli altri alunni delle classi intermedie dell’istituto. Difficile per i bambini comprendere le ragioni di quello che avvertono come un “castigo”, anche perché alla base dei fatti vi è una discussa applicazione di una sentenza del Tar.

La vicenda trae origine dallo scontro totale tra i genitori dei predetti alunni e la dirigente scolastica. Oggetto del contendere la riduzione dell’orario settimanale da 30 a 27 ore (con adozione della settimana corta) per tutte le classi della scuola primaria, deliberata dal consiglio d’istituto ad inizio 2012 e valevole per il successivo anno scolastico. La decisione, ritenuta “illegittima”da un gruppo di sedici genitori, è divenuta ben presto oggetto di ricorso al Tar che, con sentenza 523/2013, ha accolto le istanze dei ricorrenti “con riferimento all’orario delle classi intermedie”, affermando che l’applicazione dei nuovi modelli orari “è immediata per le prima classi”, mentre “per le classi successive, si garantisce la continuità dell’organizzazione didattica rispetto ai modelli anteriori alla riforma, mantenendoli dall’anno scolastico 2009/2010” e fino “alla graduale messa a regime”.

Il parere del tribunale amministrativo non ha però placato gli animi. Le modalità d’applicazione della sentenza hanno ben presto suscitato ulteriori proteste. La preside, infatti, ha disposto in data 05/04 il ripristino del precedente orario scolastico solo per le classi dei figli dei ricorrenti (due terze elementari). Tuttavia il provvedimento, stando ad alcuni genitori, non ha trovato piena attuazione neanche nelle due classi. I genitori “non ricorrenti”, infatti, hanno chiesto e ottenuto dalla dirigente (stando a quanto evidenziato da alcune madri) di prelevare i figli un’ora prima del dovuto, nei giorni pari. Il tutto mediante un permesso depositato in segreteria. Pertanto, a oggi, il monte delle trenta ore settimanali sussiste, in pratica, solo per i figli dei genitori che si sono opposti alla riduzione dell’orario scolastico.

“Si tratta di una situazione discriminatoria e vessatoria nei confronti dei bambini – ha dichiarato a LiveSiciliaCatania Fausta Praticò, in rappresentanza del gruppo dei genitori ricorrenti – Questo è un vero e proprio mobbing nei confronti di minori. Per tale ragione abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica”.

Di diverso avviso Domenica Maria Concetta Musumeci, che si è fatta portavoce del pensiero di un altro gruppo di genitori: “Siamo per le 27 ore e per la settimana corta. Non vogliamo stravolgere proprio adesso l’orario scolastico. Siamo abbastanza disorientati da questa vicenda, e riteniamo che un improvviso cambiamento dell’orario sia fonte di svariati problemi d’ordine pratico. Purtroppo a causa dei genitori ricorrenti la quiete di questo istituto è stata sconvolta”.

Contattata da LiveSiciliaCatania, la dirigente scolastica ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Eloquente, invece, l’opinione di Rosa Gagliano, responsabile del plesso scolastico. “Non c’è alcuna discriminazione . –ha dichiarato l’insegnante – Nell’applicare la sentenza, la dirigente scolastica si è attenuta al parere degli organi superiori cui si è rivolta. Riguardo ai permessi accordati dalla preside, la situazione è molto chiara. Essendo stato stravolto l’orario scolastico vigente un mese fa, a seguito della sentenza, diversi genitori hanno chiesto un permesso per far fronte alle grandi difficoltà organizzative che hanno dovuto improvvisamente affrontare. Tengo a precisare che la dirigente scolastica ha accordato i permessi, perché evidentemente è tenuta a farlo. Diversamente si potrebbe parlare di sequestro di persona. Tra l’altro un permesso è stato accordato anche ad una madre ricorrente, autorizzata ogni giorno a prelevare il figlio anzitempo rispetto al termine delle lezioni”.

 


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