Catania e variante Delta: "Vedremo effetti della sbornia da Europei"

Variante Delta: “Vedremo effetti della sbornia da Europei”

Casi in crescita e vaccini in calo. Il quadro del dirigente della Medicina territoriale.

CATANIA – Covid e variante Delta. Crescono i numeri anche a Catania, sebbene siano ancora molto bassi: sono 8 i casi accertati, ma altri, una trentina circa, sono in fase di analisi. Come conferma Franco Luca, direttore della Medicina territoriale dell’Asp.

I casi a Catania

“Il problema è che sequenziare una variante a Catania non è semplice – dice Luca. Non ci sono le apparecchiature giuste quindi i campioni processati sono pochi, il resto sono sospetti casi di variante per cui si attende l’esito”. circa trenta sospetti, dunque, “che però non rientrano nella statistica fino a quando non si individua la variante con le analisi – precisa il direttore che spiega che le analisi le effettua l’Università. “Ma sono nell’ordine di venti o trenta a settimana – dice – anche perché, per fare sequenziameto, occorrono 4/5 giorni”.

Contagi in lieve aumento, ma si attende l’effetto Europei

“I contagi sono lievemente in salita” – continua Franco Luca secondo cui, bisogna aspettare qualche giorno per verificare gli effetti dei festeggiamenti per la vittoria degli Europei. “Oltre a verificare ciò che accadrà al rientro dalle vacanze per il post vacanze – continua. Ad agosto e settembre si vedrà onda lunga. Speriamo non ci sia”.

Poca pressione sugli ospedali ma vaccinazioni a rilento

“Non c’è pressione sugli ospedali” – sottolinea il dirigente che torna sull’argomento vaccini. Ancora in tanti non hanno ricevuto la prima dose, in particolare i giovani. “Le prime dosi sono diminuite perché i ragazzi attendono la fine dell’estate. Ma sta partendo campagna di prossimità che coinvolgerà medici e farmacisti. Rimango dell’idea che occorre coinvolgere i medici di base per convincere a vaccinare le fasce più deboli e a rischio.

Zona gialla e restrizioni

Secondo Luca l’istituzione della zona gialla non sarebbe la soluzione. “Avrebbe poco senso – sottolinea: le restrizioni o si applicano o no. Ma sono utili come deterrente o per spingere verso il vaccino. Il pass, come in Francia, potrebbe essere un’idea per obbligo vaccinale, e potrebbe indurre tanti giovani a vaccinarsi per poter tornare tranquillamente alla vita normale e non rischiare più di essere untori”.


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