Varvaro: "Revoca illegittima| Ricorrerò alle vie legali" - Live Sicilia

Varvaro: “Revoca illegittima| Ricorrerò alle vie legali”

L'ex vicepresidente della fondazione teatro Massimo, revocato dal sindaco Orlando, giudica illegittimo il provvedimento del primo cittadino e annuncia di ricorrere alle vie legali.

PALERMO, TEATRO MASSIMO
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Non si placano le polemiche sulla fondazione del teatro Massimo, al centro di un furioso scontro tra il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che della fondazione è anche presidente, e parte del cda nominato dal precedessore Diego Cammarata. Una querelle continua, nata dopo il rifiuto dei consiglieri di dimettersi all’indomani dell’elezione del Professore, che ha vissuto un climax crescente in queste ultime settimane, sino alla defenestrazione del vicepresidente Carlo Varvaro.

L’avvocato, nominato da Cammarata nel 2010, è stato infatti revocato in autotutela anche in seguito a una lettera del ministero per i Beni culturali che ha definito illegittimo il cda, specie per la presenza di un rappresentante del socio privato, Unicredit, reo di non aver pagato quanto dovuto, paventando anche il rischio di un commissariamento.

Ma l’avvocato Varvaro non ci sta e in una nota si dice pronto a ricorrere anche alle vie legali, ritenendo illegittimo il provvedimento di Orlando: “Mi riservo ogni azione a tutela dei miei diritti, della mia immagine e della mia reputazione – dice l’ex vicepresidente – visto che il cda è stato nominato con la stessa procedura sin dal 2007, appare singolare che l’illegittimità sia stata riscontrata solo adesso”.

Una nota in cui Varvaro rivendica anche i risultati ottenuti in questi anni. “Tale carica, priva di compenso e accettata per spirito di servizio – continua l’avvocato – è stata fonte di grande soddisfazione: mi ha permesso di sostenere il teatro Massimo in un percorso legale e trasparente di rinascita artistica e risanamento gestionale, ambiti diversi che abbiamo intrecciato grazie a scelte coraggiose e innovative riconosciute dal pubblico e dalla critica, collezionando tre premi consecutivi della critica musicale nazionale (mai successo in precedenza) e sette bilanci in attivo. Tutto questo ha permesso di pagare sempre regolarmente gli stipendi (cosa che non accade oggi nella maggior parte dei teatri italiani) e le rate del mutuo relativo ad un debito di 26 milioni ereditato dalle gestioni precedenti”.


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