Per la seconda volta il dirigente generale dell’assessorato regionale alle Attività Produttive, Marco Romano, scopre tramite le pagine dei giornali di non essere più gradito al suo assessore, Marco Venturi (nella foto). O, almeno, così lui dice. È di questa mattina, infatti, la notizia apparsa su Repubblica Palermo, secondo cui Venturi sarebbe arrivato ai ferri corti col suo direttore generale. Di nuovo.
Dopo la missiva di fine maggio, questa volta il Venturi-pensiero è maggiormente sintetizzabile: “O va via lui, o me ne vado io”. Come si comporterà il governatore (che aveva indicato personalmente il direttore generale) non è dato saperlo. Certo è che lo scontro in casa Attività Produttive non accenna a placarsi.
E non intende fare un passo indietro neanche Romano che, raggiunto telefonicamente da Live Sicilia questa mattina, rimanda le accuse al mittente. Romano difende il suo operato, dice di avere fatto tanto in questi mesi. Nel suo lungo sfogo, racconta della reindustrializzazione di Termini Imerese, dei rapporti con le aziende, degli incontri coi funzionari del Ministero. “Sono in condizione di documentare quanto portato avanti e quanto prodotto in questi mesi” dice Romano.
“Riconosco che questa nuova posizione assunta da Venturi mi ha disorientato – ammette il dirigente – io non remo contro l’assessore, io lavoro a favore della Regione Siciliana. Provo un grande imbarazzo in questa situazione, ma non posso permettere che nessuno, per mere strumentalizzazioni politiche, leda il mio buon nome e la mia dignità professionale. Se non vogliono Romano, lui non resta in mezzo a una strada. Romano se ne torna felicemente a fare il suo gratificante lavoro di ricercatore universitario. Indaghino pure, io non ho nulla da nascondere. Se riuscirò a tradurre il mio entusiasmo all’interno degli uffici con cui mi relaziono, io sarò soddisfatto del mio lavoro”.
Ma la riflessione di Romano non si ferma qui, e torna sui numerosi cambi di guardia interni all’assessorato: “In così poco tempo sono stati cambiati quattro dirigenti generali e quattro capi di gabinetto. Questo è un momento particolarmente delicato per le realtà produttive, sarebbe grave un nuovo cambio proprio adesso, mentre stiamo cercando di attrarre nuovi investitori”.
Insomma, lo scontro è tutt’altro che risolto. Come per la posizione di Venturi, anche il Romano-pensiero è facilmente sintetizzabile in: “Io non me ne vado, se vogliono mi caccino loro”. Resta solo da capire quale sarà la sintesi che proverà a trovare il Governatore.