CATANIA – Forza Italia si stringe su Salvo Pogliese. Sembra essere, infatti, l’attuale vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana il punto d’incontro per una candidatura di rilievo alle elezioni europee del prossimo 25 maggio. I vertici catanesi del partito di Berlusconi, secondo indiscrezioni, sarebbero tutti compatti sul suo nome. Principale sponsor della possibile eurocavalcata di Pogliese, sarebbe l’ex primo cittadino del capoluogo etneo, Raffaele Stancanelli. Lo stesso Stancanelli che secondo i rumors dei mesi scorsi sarebbe dovuto essere primo in lizza per quella medesima candidatura.
Nel giro di poco tempo, tuttavia, il quadro politico è mutato, se non stravolto. Con lo spacchettamento del Pdl, le preoccupazioni dell’ex sindaco verterebbero più sui futuri equilibri interni della sezione siciliana della compagine azzurra, e la sopravvivenza degli ex An, che sulla propria vicenda personale. Se è vero, infatti, che i nuovi assetti della Forza Italia catanese ricalcherebbero i confini della vecchia Alleanza nazionale, fatta salva la presenza dell’azzurro Vincenzo Gibiino; è vero pure che fuori dalla provincia etnea, gli eredi della Fiamma tricolore, sono chiamati a riconfermare coi numeri le ragioni della propria proposta politico-culturale. E a ben vedere, spulciando tra le preferenze raccolte alle regionali del 2012, sarebbe proprio Pogliese l’ex An meglio assortito in tema di consenso personale.
La sua dote elettorale ammonta, infatti, a 11.931 voti espressi nella sola provincia di Catania. Mentre Marco Falcone, vicinissimo a Stancanelli, è stato eletto con soli 8.417 preferenze. Al bottino di Pogliese, si potrebbero aggiungere poi, in via assolutamente teorica, anche i 2.890 voti raccolti da Giunluca Cannavò, ex consigliere provinciale acese, recentemente rinviato a giudizio con l’accusa di truffa ai danni dello Stato, e legato a Basilio Catanoso, sodale storico, peraltro, del vicepresidente dell’Ars.
Insomma, il nome di Pogliese, avrebbe un chiaro appeal identitario. Una soluzione, inoltre, che secondo i calcoli di segreteria, avrebbe maggiori probabilità di successo rispetto alla scorsa avventura europea di Nino Strano. Nel 2009, infatti, all’ex senatore passato all’onore delle cronache nazionali a seguito del siparietto di Palazzo Madama, fatto di mortadella e champagne, non bastarono 101.499 preferenze tra Sicilia e Sardegna per far scattare il seggio. Anche allora, gli ex An del Pdl, su stretta indicazione di Gianfranco Fini, puntarono ad una soluzione di cordata risultata poi del tutto inutile. A spuntarla, fu invece un altro catanese, il firrarelliano Giovanni La Via, che milita oggi nel Ncd di Angelino Alfano.
Punterebbe su Pogliese, anche il senatore Vincenzo Gibiino. La sua è una storia che, a ben vedere, c’entra pochissimo con le vicende del vecchio Msi. Nel suo presente c’è, invece, l’incarico di coordinatore siciliano della rinata Forza Italia. Una poltrona tutt’altro che comoda. Soprattutto quando la leadership territoriale è da contendere con Gianfranco Micchiché, altro berlusconiano di ferro, e autore dell’ormai storico “61 a 0”. A fronte di questo risiko interno, Gibiino preferirebbe puntare su di un risultato chiamato a inclinare sul versante orientale dell’isola gli equilibri forzisti, piuttosto che cedere alle frange palermitane del partito. Tutto questo, anche a costo di stringere un’alleanza apparentemente innaturale con gli ex An.
A far saltare ogni ragionamento rischia, tuttavia, di essere lo stesso Pogliese. A poco meno di diciotto mesi dalle regionali del 2012, uno nuovo sforzo che lo vedrebbe investito di prima persona, sembra poco praticabile, soprattutto in termini organizzativi. Paradossalmente, però, ciò che potrebbe dissuadere davvero il vicepresidente dell’Ars dal partecipare alla competizione per l’europarlamento, sarebbe proprio la vittoria. Nei fatti, l’eventuale elezione a Bruxelles gli scompaginerebbe ogni piano. Secondo indiscrezioni di segreteria, l’obiettivo principale di Pogliese sarebbe la poltrona di sindaco di Catania. Nel curriculum del deputato regionale manca ancora l’elezione ad un grande incarico monocratico.
Finora è sempre stato eletto all’interno di organi collegiali. E l’eventuale fascia tricolore gli conferirebbe una fama politica e personale di più vasta eco. Nel concreto, però, il possibile mandato da europarlamentare, e le relative trasferte, gli impedirebbero di costruire sul territorio le condizioni per la conquista di Palazzo degli Elefanti. Intanto, al netto di ogni previsione, su Pogliese incombe l’inchiesta circa il presunto scandalo sulle cosiddette “spese pazze” dei gruppi parlamentari all’Ars, i cui sviluppi, politici e giudiziari, sono al momento del tutto imprevedibili.