Il vescovo: "Contro di me campagna di aggressione" - Live Sicilia

Il vescovo: “Contro di me campagna di aggressione”

Una  conferenza stampa anomala, quella del vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, convocata nel Salone dei Vescovi del Palazzo Vescovile,  dopo che è stata resa pubblica la notizia di una indagine aperta dalla Procura di Trapani contro 13 persone che, a vario titolo, avrebbero messo in campo una vera e propria “macchina del fango” contro di lui, accusandolo di aver sottratto fondi a due fondazioni della Diocesi.

Una conferenza stampa anomala, perché il vescovo non ha parlato, ma ha consegnato ai giornalisti una breve dichiarazione: “Non sono stato mai indagato – spiega Miccichè – ma sono state create notizie false e ad arte, che a volte hanno sfiorato il grottesco”. Miccichè parla di una “violenza mediatica senza pari contro la Chiesa trapanese, con la reiterata pubblicazione di notizie prive di fondamento, ed attacchi personali di una volgarità inaudita”. Addirittura, per Micciché si è trattato di una “barbarie”.
A confrontarsi con i giornalisti è stato soltanto l’avvocato Mario Bernardo, del foro di Roma, legale di Miccichè. L’avvocato ha semplicemente annunciato che il vescovo gli ha dato mandato, in quanto parte lesa, per difendersi da coloro che lo hanno calunniato e chiedere un risarcimento danni. C’è già un’idea di cosa fare in caso di accoglimento delle istanze: “Il ricavato sarà devoluto all’istituzione di un premio giornalistico per incoraggiare il giornalismo coraggioso che con serietà, rifuggendo il sensazionalismo, persegue la ricerca della verità nel rispetto della dignità umana”.
L’avvocato Bernardo non è entrato nel merito della vicenda. L’accusa di Micciché è rivolta a  Ninni Treppiedi, ex arciprete di Alcamo. Secondo la Procura, che l’ha iscritto nel registro degli indagati, avrebbe orchestrato una macchina del fango per deligittimare il vescovo di Trapani, per coprire malversazioni e furti perpetrati ai danni della chiesa locale. Sul registro degli indagati sono finite altre 12 persone per reati che vanno dalla frode informatica al furto, alla ricettazione. Il parroco trapanese è indagato per ricettazione, frode informatica e falso ideologico. Treppiedi inoltre è accusato di aver trasferito dal 2008 a familiari e complici 172 mila euro dalle casse delle parrocchie sotto la sua gestione a Calatafimi e Alcamo. Al prete gli inquirenti hanno sequestrato un pc e documenti vari. Ninni Treppiedi, 36 anni, è’ l’ex direttore amministrativo della curia trapanese. La Procura ha passato alla lente di ingrandimento almeno 20 rogiti di cessione di beni della Chiesa: vendite di cui il vescovo non sapeva nulla, nonostante ci fosse la sua firma, che agli inquirenti è apparsa “fotocopiata” e dunque falsa. L’inchiesta della Procura dunque ribalta i fatti, rispetto alle notizie clamorose emerse ormai più di un anno fa: Miccichè, infatti,  era stato accusato di aver distratto fondi da due fondazioni della Diocesi di Trapani, la “Campanile” e “Auxilum” a vantaggio proprio e dei suoi familiari.

Giacomo Di Girolamo


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