Anello ferroviario, chiude via Amari| Stop alle auto per tutto il 2016 - Live Sicilia

Anello ferroviario, chiude via Amari| Stop alle auto per tutto il 2016

Il cantiere dell'anello ferroviario in via Emerico Amari

Da stamattina la Tecnis riavvierà il cantiere nell'importante arteria che collega il porto al Politeama. La circolazione sarà vietata per un anno nel tratto tra via Crispi e via Principe di Scordia. E i palermitani si spaccano tra sostenitori e detrattori della grande opera.

PALERMO – Ripartono i lavori dell’anello ferroviario e scatta la chiusura al traffico di via Amari. Dalle 7 di questa mattina (mercoledì 20 gennaio) la strada che unice il porto con piazza Catelnuovo sarà off limits nel tratto compreso tra il porto (via Crispi esclusa) e via Principe di Scordia. Un’opera da 154 milioni (per il primo stralcio) che consentirà di costruire le fermate Porto, Politeama e Lazio e che si sta svolgendo in contemporanea in più punti della città.

Il cantiere più contestato, però, è sicuramente quello di via Amari: sinora la Tecnis si è occupata dello spostamento dei sottoservizi, ma adesso i lavori entreranno nel vivo con lo scavo della galleria sotterranea. Un’operazione talmente invasiva da costringere alla chiusura dell’intero tratto di strada e non più della semplice semicarreggiata: i disagi si annunciano pesantissimi, per residenti e commercianti, e per questo il comune di Palermo ha chiesto prima garanzie precise.

La Tecnis ha rassicurato Palazzo delle Aquile la settimana scorsa: l’anello resta un’opera strategica per l’azienda che investirà risorse e mezzi per rispettare gli impegni presi.

Questa prima fase del cantiere di via Amari, stando all’ordinanza, si concluderà il 20 dicembre del 2016: fino ad allora la chiusura totale riguarderà il tratto Crispi-Scordia e il tratto Belmonte-Amari di via La Masa. L’ordinanza comunale prevede anche la viabilità alternativa: da monte verso mare il percorso consigliato è Amari, Scordia, Belmonte, Miraglia, Crispi; da mare verso monte Gravina, Sturzo, Stabile, Amari, Gravina, Roma. Le vie Gravina, La Masa e Bonomo saranno strade senza uscita.

I lavori prevedono attività propedeutiche, ossia recinzione, posizionamento delle barriere antirumore, dismissione della pavimentazione stradale e preparazione dei pozzetti esplorativi, esecuzione di bonifica da ordigni bellici, collaudo del Genio Militare, risoluzione interferenze trasversali. Questa prima fase durerà all’incirca 80 giorni con una presenza di unità lavorative in numero variabile fra 3 e 5. L’esecuzione delle paratie di pali e del consolidamento dei terreni, per una durata rispettivamente di 7 e 4 mesi con parziale sovrapposizione, impiegherà invece in doppio turno tra 4 e 6 unità; l’esecuzione del prescavo per il raggiungimento della quota solettone, eseguito per fasi con durata complessiva 3 mesi, impegnerà 4-5 unità. La realizzazione del solettone superiore (tre mesi e mezzo) prevede 2 squadre per un totale di 10-12 unità; il ripristino del piano viario e dei sottoservizi (due mesi e mezzo) tra 6 e 8 unità.

Per limitare i disagi, il Comune ha ottenuto che siano lasciati liberi i marciapiedi (che saranno allargati fino a tre metri), con una quinta di invito, ossia un grande pannello in legno che coprirà la recinzione e avrà archi laterali per invitare i pedoni a percorrere i marciapiedi. Ma al di là delle contromisure preventive adottate dall’amministrazione comunale e da Tecnis i disagi per residenti, commercianti e automobilisti saranno inevitabili e spaccano i palermitani in due grandi fazioni: da un lato c’è chi sostiene che un anno di disagi sono il giusto prezzo da pagare per avere in cambio una grande opera come l’anello ferroviario che permetterà di potenziare notevolmente l’offerta di trasporto pubblico in città; dall’altro c’è chi esprime profonda preoccupazione per le ripercussioni in termini economici e di disagi alla viabilità per un periodo lungo 11 mesi.

LE REAZIONI

Il presidente della commissione Attività Produttive del comune di Palermo, Paolo Caracausi (Idv), ha inoltrato al vice sindaco Emilio Arcuri un documento elaborato con i commercianti di via Emerico Amari che contiene alcune richieste relative ai cantieri per l’anello ferroviario. “Abbiamo condiviso le preoccupazioni e le proposte dei commercianti che chiedono garanzie precise – dice Caracausi – le misure richieste sono necessarie per evitare che le attività debbano pagare un prezzo troppo alto in termini di incassi, con possibili licenziamenti del personale. I commercianti hanno ribadito la valenza dell’opera e non intendono fermarla o contrastarla, ma chiedono i doppi turni di lavoro e il rispetto dei diritti minimi per mitigare le problematiche che residenti e commercianti affronteranno”. Tra le richieste, oltre al transito pedonale di almeno tre metri per lato, anche una illuminazione adeguata con relativa sorveglianza per garantire la sicurezza, possibilità di affiggere pubblicità e indicazioni turistiche lungo le barriere che limitano il cantiere, dismissione dei ponteggi presenti alla Camera di Commercio e alla scuola La Masa, almeno due sottopassi dalla stazione marittima, almeno un sovrappasso per collegare i due lati della strada, una razionalizzazione degli spazi per parcheggio. “Ieri abbiamo incontrato anche i rappresentanti di via Sicilia che hanno ancora una volta lamentato il totale abbandono del cantiere che ha causato il rallentamento dei lavori e messo in crisi i commercianti, alcuni dei quali hanno già chiuso i battenti – continua Caracausi – abbiamo chiesto agli uffici il cronoprogramma dell’opera e invitato l’assessore Arcuri a un incontro che si terrà nei prossimi giorni, perché vogliamo vigilare affinché i tempi siano rispettati. Incontreremo inoltre l’assessore Abbonato e l’assessore Marano per mettere a punto la delibera che abbiamo predisposto come commissione e che prevede un indennizzo per i commercianti che stanno soffrendo a causa dei cantieri”.


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