Via Furnari 31, dieci mesi dopo | Il punto del Comitato per la casa - Live Sicilia

Via Furnari 31, dieci mesi dopo | Il punto del Comitato per la casa

Lo stato dell’arte della situazione, tracciato in conferenza stampa, lascia l’amaro in bocca e alcune domande ancora senza risposta.

CATANIA. Via Furnari 31: il punto del Comitato per la casa. Sono passati dieci mesi dallo sgombero della palazzina di Via Furnari e le cose non sembrano andare per il verso giusto. Lo stato dell’arte della situazione, tracciato in conferenza stampa dal Comitato Casa per tutti, lascia l’amaro in bocca e alcune domande ancora senza risposta. La prima riguarda l’assenza di alternativa allo sgombero per i quattordici nuclei familiari  nella porzione di tempo che va dal luglio 2014 al febbraio 2016, la seconda il mancato esito delle proposte avanzate tempo addietro dall’amministrazione comunale. Il riferimento è alla messa a punto di un bando di “ricerca di proprietari di appartamenti disposti a collaborare col Comune” e l’erogazione di due mensilità anticipate da cinquecento euro per sanare il problema delle caparre.

Gli esponenti del comitato, inoltre, fanno notare che il palazzone di Via Furnari non è stato ancora demolito o recuperato nonostante “la dichiarata urgenza” paventata ai tempi dello sgombero. Carte alla mano, il comitato sottolinea un’altra criticità: alle copiose somme impiegate per la gestione della vicenda, non corrisponderebbero altrettanti vantaggi per le famiglie che continuano a vivere in condizioni di precarietà. Le somme vanno dai diecimila euro per lo sgombero ai centoquattro mila per i bed and breakfast passando per cinquantamila di pasti (“non tutti erogati”). In attesa di saperne di più, il comitato non lesina critiche ai servizi sociali per la gestione del post sgombero e soprattutto in termini di “risultati ottenuti”: soltanto un nucleo su quattordici è riuscito a ottenere l’alloggio popolare, appena tre famiglie sono riuscite a usufruire del Buono Casa (al momento non più erogato). Inoltre, pochi giorni dopo la fine della stagione estiva, gli ultimi quattro nuclei rimasti nei B&B sono stati collocati in altrettanti bassi di proprietà dello Iacp “dichiarati inizialmente, dallo stesso direttore Punturo, non catalogati come abitabili”.


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