PALERMO – Se la prima squadra fa una fatica enorme, con una salvezza in bilico e un futuro ancora da decifrare, la Primavera del Palermo vola e si prepara alla finale del torneo di Viareggio contro la Juventus. A fare il punto della situazione è il responsabile del settore giovanile rosanero, Dario Baccin: “C’è grande soddisfazione e entusiasmo se penso che 2 anni fa abbiamo mancato la finale per un rigore sbagliato contro una squadra che aveva tre giocatori che oggi sono in Champions, essere riusciti a battere l’Inter è un grandissimo traguardo. Il divario tra noi e i nerazzurri è enorme come lo era due anni fa con l’Anderlecht – spiega Baccin a La Gazzetta dello Sport -. Le regole del nostro settore giovanile sono tre: qualità, mentalità e senso di appartenenza. È un lavoro che parte da lontano e sviluppato da tecnici seri e preparati. Quando prendiamo un ragazzo, preferiamo cominciare dalle formazioni minori per avere il tempo di lavorarci. Quella con l’Inter è stata una sorta di rivincita della finale playoff Giovanissimi di quattro anni fa. Di quella squadra in nerazzurro è rimasto un solo giocatore, da noi ce n’erano 12”.
Grandi traguardi con un impiego di risorse limitate. Questo il segreto, dettato anche da necessità di bilancio, dietro gli ottimi risultati del settore giovanile rosanero: “Noi spendiamo un quarto rispetto a quanto fanno Inter e Juventus – ammette Baccin – per questo puntiamo molto sui ragazzi italiani e sul territorio siciliano. Quest’anno il presidente mi ha chiesto quanto doveva spendere per la Primavera, e io gli ho detto niente, perché avevamo investito due anni fa nelle formazioni minori partendo dal basso con giocatori che oggi sono arrivati in Primavera”.
E proprio il settore giovanile, secondo Baccin, può diventare serbatoio per la prima squadra. La crisi economica unita a quella dei talenti, può trasformare un momento di difficoltà in opportunità da cogliere senza ripensamenti: “Per una società media come il Palermo, il settore giovanile può diventare un valore aggiunto, in un momento di crisi economica avere ragazzi italiani in grado di imporsi nel calcio che conta è una grande risorsa a costo zero. Il futuro del calcio italiano deve passare per forza da qui ed il Palermo è messo bene. Incontrare Grosso, ex rosanero, è un segno del destino, per me lo è di sicuro visto che in bianconero ho fatto tutta la trafila. In campionato l’abbiamo già battuta, noi ci crediamo. Vogliamo scrivere la storia”.