"Violenza al titolare di un discopub"| Tornano in cella due buttafuori - Live Sicilia

“Violenza al titolare di un discopub”| Tornano in cella due buttafuori

Gaspare Ribaudo ed Emanuel Rughoo Tejo

Gli indagati erano stati scarcerati ad inizio dicembre. Sono accusati di avere fatto irruzione in un locale alla periferia di Palermo in risposta al titolare che si era rifiutato di assoldarli per gestire la sicurezza.

PALERMO – Di nuovo in carcere. Un mese e mezzo dopo esserci finiti già una volta. E quindici giorni dopo essere stati rimessi in libertà dal giudice per le indagini preliminari.

Allora nei confronti di Gaspare Ribaudo, 23 anni, ed Emanuel Rughoo Tejo, di 38, non furono riscontrati i gravi indizi di colpevolezza per l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni del titolare di una discoteca alla periferia di Palermo. Non aveva retto l’ipotesi che i due avrebbero cercato, con le maniere forti, di imporsi come buttafuori. Ora quelle stesse maniere forti hanno fatto scattare una nuova misura cautelare per violenza privata, ancora una volta con l’aggravante del metodo mafioso, richiesta dai pubblici ministeri Sergio Demontis e Francesca Mazzocco. “Perplesso” si definisce il legale dei due indagati, l’avvocato Giuseppe Lombardo, che li assiste assieme a Rosalia Zarcone e che attende “l’interrogatorio di garanzia fissato per lunedì per fare una valutazione”.

Alla base della prima scarcerazione c’era l’incongruenza fra la ricostruzione del figlio del titolare della discoteca e un suo conoscente. Il primo disse di essere stato aggredito in un bar di Bagheria da Ribaudo e Rughoo che si erano presentati assieme ad una decina di uomini. Una spedizione punitiva in piena regola. Il conoscente, presente all’episodio, invece, disse che i due indagati erano arrivati da soli, che l’incontro con la vittima era stato casuale e che erano volati dei ceffoni al termine di un’animata discussione per dei vecchi rancori. E gli indagati furono scarcerati

Ora le cose sono cambiate. I pubblici ministeri avrebbero raccolto nuovi elementi a supporto dell’ipotesi della violenza privata. Secondo la ricostruzione della Procura, l’aggressione nel bar di Bagheria sarebbe stato anticipata da un altro episodio.

“Verso le tre di notte arrivarono a velocità sostenuta due o tre macchine – raccontò il titolare del locale – alcuni soci stavano andando via… c’era una donna incinta… i facinorosi hanno picchiato alcuni clienti”. Solo l’arrivo dei carabinieri li mise in fuga. Una delle auto fu bloccata lungo la statale 113. A bordo c’erano anche i due arrestati di oggi. Nascondevano nel fuoristrada, intestato a Rughoo, parente del collaboratore di giustizia Sergio Flamia, due tirapugni e una mazza nascosta sotto il sedile. E scattò la denuncia per quale oggi i due indagati sono tornati in carcere.


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