Un modo per controllare sempre di più la gente.
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Mi dispiace moltissimo ?e sono onorata di essere stata sua allieva dal 1974 al 1978, ai tempi in cui era titolare della cattedra di Glottologia.Era un docente all avanguardia che ha dato tanto alla facoltà ed ai suoi allievi.Sempre gentile ,disponibile, attento alle esigenze degli allievi.Le sue lezioni erano interessanti ,innovative,ma anche molto divertenti! È stato anche il relatore della mia tesi.Non dimenticherò mai l'interesse che mostrava quando gli portavo pian piano il lavoro,i consigli,e come mi gratificava dicendomi con soddisfazione"...stai facendo un ottimo lavoro!" Bravissima !" Un docente che non dimenticherò mai per la sua preparazione,per come riusciva a trasmetterci l'amore per le lingue e la loro storia,per la didattica e per tutto ciò che vi ruotava attorno.Mi dispiace veramente tanto!?
Delinquenza a tutto spiano in questa città.
La solitudine...il male del secolo...
Il professore Di Sparti è stato il mio relatore. Gli vorrò sempre bene. Ho seguito tutte le sue lezioni. Non lo scorderò mai! Mi ha insegnato tantissimo.
Qualsiasi episodio di violenza è da condannare e punire. Assolutamente. Soprattutto se rivolto a professionisti che stanno svolgendo il loro lavoro con dedizione e disponibilità. Mi dispiace però dovere sottolineare un altro increscioso punto di vista sulla problematica. I pronto soccorso risultano privi di personale, le strutture sono degradate, sporche e fatiscenti e i malati, anche gravi, sono abbandonati per ore nei corridoi, e ai familiari viene soltanto imposto, sovente con sgarbo e sufficienza, di attendere, senza spiegazioni sullo stato di salute del proprio caro, senza umanità, senza un minimo di empatia e disponibilità alla comunicazione. Qualità che dovrebbero essere alla base della vocazione di chi sceglie di svolgere una professione nella sanità pubblica. A volte purtroppo il paziente sente di essere soltanto un disturbo, un numero, un intralcio. E invece di essere accolto in un luogo che dovrebbe infondere sicurezza, si sente solo spaesato e impaurito. È ciò che è accaduto a mio padre, morto da solo su una barella in corridoio. Mentre io e mia madre chiedevamo, con rispetto ed educazione, di avere soltanto attenzione e risposte.
Mi dispiace ma accade anche questo. E così come non tutti i pazienti sono civili ed educati, non tutti i medici sono professionali, disponibili e soprattutto UMANI.
Mari sono assolutamente d’accordo con te. La penso esattamente così da sempre. Ciò che accade nei Pronto Soccorso e negli ospedali ( e non dovrebbe accadere, è sbagliato reagire ), del sud specialmente, è figlio del NON funzionamento della Sanità Pubblica tutta, per colpa di una politica del menefreghismo che pensa solo a fare arricchire i suoi adepti a spese della collettività! Tutto ciò che è pubblico, in Italia e nel sud specialmente, non funziona e se qualche volta qualcosa funziona è solo per iniziative personali del singolo! Quindi è chiaro che davanti ad un Pronto Soccorso con un nostro caro dentro che sta male e viene abbandonato o trattato male, è facile perdere la calma e la pazienza. Mia moglie lo scorso anno è stata abbandonata in una specie di stanzone del PS del Civico di Palermo per 3 giorni con femore e ginocchio disintegrati. Alla fine ho preso un’ambulanza a pagamento e me la sono portata in un’altra città d’Italia!
Commento di Mari non fa una piega ma il problema è complesso e ne discutiamo spesso gli effetti non le radici ; potrei stare qui a fare la tiritera di tutto quello che lo esaspera anziché minimizzarlo. I PS sono congestionati oltre l’inverosimile (spesso per afferenze inappropriate parto di una “subcultura” di assistenza dilagante alle nostre latitudini) e talvolta capita di incontrare il “professionista” sconfortante per modi e capacità…. Tutto questo non è giustificazione esimente del modus barbarico di certa utenza nell’affermare i propri diritti…Leggo spesso poi di medici o infermieri aggrediti per aver invitato i 700 parenti presenti in 20 mq ad uscire perché l’orario visite è terminato. Capisci bene che nella fattispecie il problema non è la esasperazione per le attese infinite ….o la poca cortesia dei missionari…perchè il non capire che esiste un orario da rispettare per i diritti di tutti, di chi lavora e di chi deve essere curato, è figlio di una interpretazione vandalica del bene comune e dei diritti degli altri…una interpretazione che prescinde dalla buona o cattiva assistenza ma si afferma, sopra ogni regola, secondo il codice malandrino che regola la vita di certe etnie. Dunque vero è che il sistema fa acqua ma è altrettanto vero che non si può accettare con sereno spirito missionario che le regole della giungla vigano all’interno di una comunità che si preoccupa di elementi fragili , in difficoltà.
Non so davvero se la soluzione ( alla dilagante selvaggia imbecillità) sia la militarizzazione degli ospedali come avverrebbe in un ospedale da campo del Congo in cui la missione è a rischio di estinzione e va protetta….penso comunque che questo avverrà fra non molto in una sanità “diversa” da quella attuale in cui andranno protetti gli investimenti e non il semplice diritto alla salute. Sai che ti dico? Credo sia quello che si meritano .
Se non si prendono provvedimenti con pene certe sarà l’ITALIA a diventare un far west
La violenza e’ da condannare, ma bisogna anche capire le cause che stanno all’origine di tutto questo. Non tutti sappiamo che nei pronto soccorsi e nelle corsie dei degli ospedali medici ed infermieri sono ampiamente sotto organico e costretti e lavorare su turni massacranti . Infine i posti letto sono stati ridotti all’osso soprattutto nell’ultimo decennio per risparmiare perché ormai abbiamo inserito il pareggio di bilancio in costituzione come ci ha comandato l’Europa come condizione per restare in Europa e mantenere l’euro come moneta. Questi sono anche i risultati di queste politiche.