Violenze a Pantelleria| Sette carabinieri rinviati a giudizio - Live Sicilia

Violenze a Pantelleria| Sette carabinieri rinviati a giudizio

Sette carabinieri, tra cui il capitano Dario Solito, ex comandante della compagnia di Marsala, sono stati rinviati a giudizio dal giudice delle udienze preliminari Vito Marcello Saladino per le violenze che sarebbero state commesse nel 2011 presso la caserma di Pantelleria.

MARSALA (TRAPANI) – Sette carabinieri, tra cui il capitano Dario Solito, ex comandante della compagnia di Marsala, accusato di omessa denuncia, sono stati rinviati a giudizio dal giudice delle udienze preliminari Vito Marcello Saladino per le violenze che sarebbero state commesse, nel 2011, nella caserma di Pantelleria, su persone fermate per controlli. Saranno processati davanti al Tribunale di Marsala (prima udienza il 20 febbraio 2013) i marescialli Giuseppe Liccardi, che all’epoca era comandante della stazione di Pantelleria, anche lui accusato di omessa denuncia, e Claudio Milito, nonché Luca Salerno, Lorenzo Bellanova, Rocco De Santis e Stefano Ferrante.

A conclusione dell’indagine, il divieto di dimora a Pantelleria fu disposto per Milito, Salerno, Bellanova, De Santis e Ferrante. Per costoro, ritenuti gli autori delle violenze, era stato chiesto l’arresto. L’omessa denuncia dei fatti era stata contestata anche ad altri sei carabinieri della stessa stazione, processati con rito abbreviato e per i quali il pm aveva chiesto la condanna a 4 anni di carcere. Oggi, però, il gup li ha assolti. Si tratta di Cristian Petraglia, Salvatore Carbone, Giovanni Capuano, Giuseppe De Gennaro, Giuseppe De Rosa e Antonio Belzaino.

L’indagine, condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, fu avviata a seguito della denuncia di un marsalese, Vito Sammartano, 42 anni, cuoco, che d’estate si trasferisce a Pantelleria per motivi di lavoro. “Sono stato fermato ad un posto di blocco e condotto in caserma verso le 4 del mattino – ha raccontato Sammartano – e dopo l’alcoltest, a cui, seppur di poco, sono risultato positivo, sono stato massacrato di botte”. Nel corso dell’inchiesta, poi, sono emersi anche altri episodi e la Procura diretta da Alberto Di Pisa ha individuato una decina di “parti lese”. Le accuse a vario titolo contestate vanno dalle lesioni al sequestro di persona, dal falso in verbalizzazioni all’omissione di atti d’ufficio e di denuncia e favoreggiamento.


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