Un pasto al giorno, prati su cui correre e rotolarsi, acqua a sufficienza. Non è un canile quello appena descritto, ma l’habitat “artificiale” di alcuni randagi palermitani. Habitat artificiale, una contraddizione in termini, perché ad ospitare questi animali è la cittadella universitaria di Palermo in viale delle Scienze. Un branco di cani di varie razze si aggira incurante e con fare apparentemente giocherellone. Le bestiole, in condizioni igieniche precarie, riescono a raccattare giornalmente il loro pasto quotidiano e trascorrono le giornate scorazzando per le aree verdi e praticando l’accoppiamento che non fa altro che produrre nuovi “immatricolati” per l’Università. Il Magnifico Rettore, però, non ha ancora provveduto all’espulsione nonostante il mancato pagamento delle tasse annuali e, col passare del tempo, i cani hanno marcato il territorio, diventando sempre più aggressivi nei confronti degli studenti che desiderano fruire gli spazi verdi dai cani impropriamente occupati. Non è un racconto di Orwelliana memoria, ma la realtà palermitana. A far “vita da cani”ci sono finiti gli universitari che tacitamente, hanno accettato la situazione. Gli animali tutt’altro che docili, ingordi di potere e stufi della convivenza sono passati all’attacco per rovesciare il sistema e da qualche giorno hanno cominciato ad aggredire i passanti. Elena (un nome nel mazzo delle vittime) studentessa di Scienze della Formazione, aggredita seppur superficialmente, ritiene che la situazione sia inaccettabile e camminare tra le Facoltà sia diventato un incubo. Ma i randagi, indisturbati, continuano a mietere vittime e agli studenti non resta che tentare di sfuggire agli agguati. La loro, sì, è davvero una vita da cani.
Un pasto al giorno, prati su cui correre e rotolarsi, acqua a sufficienza. Non è un canile quello appena descritto, ma l’habitat “artificiale” di alcuni randagi palermitani. Habitat artificiale, una contraddizione in termini, perché ad ospitare questi animali è la cittadella universitaria di Palermo in viale delle Scienze.
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