LONDRA – “U viaggiu a San Calò” lo hanno fatto a Londra, in Inghilterra dove adesso sono almeno in 6.500. Quasi tutti originari da Naro, il paese siciliano in provincia di Agrigento che di abitanti ne fa solo 2mila in più.
Per le strade della capitale inglese i fedeli dell'”Associazione San Calogero” portano in processione la statua del proprio patrono, il Santo Nero: il quartiere è quello di Clerkenwell a due passi dalla City, dove la chiesa italiana di San Pietro retta da padre Carmelo Di Giovanni festeggia la Madonna del Carmine e ogni comunità regionale sfila con i propri santi protettori. Ogni anno non se la fa mancare nessuno: “L’anno scorso ho risolto un problema al cuore – racconta a LiveSicilia il signor Pippo, portandosi la mano al petto – e allora sono andato fino a Naro per ringraziare San Calogero. E quest’anno, come sempre, sono qua”.
Non sono gli unici siciliani: in processione c’è anche la statua della Madonna dei Miracoli, da Mussomeli nel nisseno, celebrata dalle comunità inglesi di Woking ed Enfield arrivati in città dopo chilometri in bus. E molti sono under 40: “Non mi aspettavo così tanti giovani che partecipano alla vita della comunità”, ha detto il Console generale Massimiliano Mazzanti che ha seguito l’evento per la prima volta.
E’ anche una sagra, una festa del gusto tra le mille bancarelle: a portare un vassoio di cannoli è Giuseppe Cancelliere, 14 anni, con l’accento catanese anche se è nato a Londra. “Mia mamma è di Naro, mio papà Tony è di Catania – elenca, da dietro il bancone – mia zia di Sant’Alessio, mia nonna di Giardini. Andiamo in Sicilia molto spesso”, sorride. Accanto a lui, il presidente dell’Associazione San Calogero Franco Brutto: “Sono partito da Naro nel ’62 – ricorda – ed a Londra nel ’68 ho inaugurato i primi voli charter per la Sicilia. Sono stato tra i fondatori dell’Associazione Lavoratori Italiani e, recentemente, ho lavorato per portare la raviolina di Naro all’Expò 2015. Anche mio figlio è legato all’Italia, lui esporta cucine fino in Gran Bretagna: il nostro artigianato è molto apprezzato qua nel Regno Unito”. Basta una chiacchierata, ed è facile trovare altri siciliani: come Giuseppe Motisi, di Trapani, davanti ad una macchina per il caffè che fa un espresso come si deve, finalmente: “Torniamo in Sicilia ogni estate, anche se viviamo a Londra da tanti anni”.
Migliaia i devoti che partecipano a questo evento religioso imponente che continua ogni anno dal 1883, il primo in assoluto ad essere stato autorizzato dalla polizia inglese – grazie al yes della regina Vittoria – in 350 anni di gelo con la Chiesa di Roma sin dalla nascita della Chiesa anglicana. Per un intero pomeriggio, su Clerkenwell Road, Rosebery Avenue, Farringdon Road (davanti alla vecchia sede del quotidiano “The Guardian”) sfilano i carri dedicati ai Santi – Santa Franca, Santa Rita, Santa Lucia, Sant’Antonio Da Padova, San Francesco ecc – e quelli animati con personaggi in costume che raccontano la Passione, i bimbi con l’abito bianco della Prima Comunione, i rosari e le preghiere cantate: un intero isolato della metropoli hi-tech d’Europa si ferma e diventa una festa di radici, identità, tradizioni locali. Niente funi, cordone e niente sudata, esuberante, eccitazione religiosa come ogni 18 giugno in Sicilia, ma c’è chi non può proprio farne a meno ed esclama il proprio: “Viva Diu e San Calò!”.