Di sicuro c’è solo che non è morto, perché chi ci lascia per sempre non va via del tutto, deposita dentro ognuno un qualcosa e attraverso questo continua a vivere. Francesco è nelle note che mando ai miei, nelle cazziate costruite per far sorgere una reazione, nella cura della composizione della notizia, nella ricerca della domanda ulteriore, nella soluzione dei problemi pratici e anche nella sdrammatizzazione dissacrante di chi crede di avere un problema e invece è solo una minchiata. C’è nello scanzonato modo di trattare questioni serissime, nell’azzardo della mossa a sorpresa, nel perculare le persone fino allo sfinimento ma anche nell’essere netto rispetto a certe scelte. Nel comprendere quando non ne vale la pena, nell’odiosa imperfezione nel dettaglio di un prodotto, nelle chiamate nella pagina e nel morire pazzo. C’è anche nel non perdere la testa quando le incombenze diventano spesse e pesanti, nel fatto che a lavoro si deve scherzare e in quei piedi sulla scrivania che non mancano mai a fine giornata. Nella consapevolezza che quasi tutte le sfide non sono impossibili e che, quasi per una magia, alla fine si riesce a fare tutto. C’è nella comprensione che tutti possono sbagliare, che nessuno si condanna a prescindere. Che tutto – o quasi – può essere scritto semplicemente. Nel dare la possibilità a tutti di parlare, di essere ascoltati, anche se non si vale niente. E in quel cinismo che è solo estremo senso pratico, non distacco. C’è nel percorso che mi ha portato dove mi trovo adesso. Il tempo bastardo non mi ha dato tempo. La distanza fisica è stato una barriera insormontabile. E queste cose qui le saprà da questo opuscolo. Così come che sono fiero di essere della “scuola Foresta” e quando ne ho l’occasione me ne fregio pure. Di una squadra di compagni mai più assemblabile e di un periodo irripetibile in cui sono diventato (si fa per dire) grande. Al termine del quale Francesco mi disse che era giusto che tornassi a sognare. L’ho fatto e ora non riesco più a smettere.
Dallo speciale "I love Francesco" realizzato per il primo anniversario della scomparsa di Francesco Foresta.
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