PALERMO – Nel 2012 le primarie li portarono su campi opposti. Oggi, nel 2016, Sel e Orlando marciano compatti verso le prossime Comunali. La sinistra palermitana è in pieno fermento, specie dopo l’assemblea di martedì scorso alla Cala: un incontro partecipato da cui è emersa la voglia delle varie anime di questo mondo politico di ritrovarsi sotto un unico simbolo alle future elezioni.
Un’esigenza di compattezza sentita anche dal deputato vendoliano Erasmo Palazzotto che spiega così la ritrovata sintonia col Professore: “Rispetto al 2012, oggi è cambiato profondamente il quadro politico, quattro anni fa c’erano un altro Pd e un ragionamento di prospettiva nazionale. Avevamo vissuto le primarie, a cui abbiamo tenuto fede. Ma da allora a oggi Orlando ha amministrato bene, specie se ricordiamo la Palermo di Cammarata”.
Un giudizio positivo, dal bilancio all’accoglienza dei migranti, dal multiculturalismo al mantenimento dei servizi pubblici, ma non scevro da qualche critica: “L’amministrazione comunale ha cambiato il volto di questa città – dice Palazzotto – anche se ci sono dei punti su cui serve un cambio di passo più incisivo: il nostro partecipare a questo processo vuol dire provare a incidere nell’azione di governo per migliorare i settori su cui non sono state date risposte all’altezza. Si può fare di più sul piano dell’ecologia, dell’uso degli spazi culturali, dei rifiuti, anche se è stata messa in sicurezza Bellolampo su cui incombeva il disastro ambientale, serve lo scatto sulla differenziata. Bisogna rimettere al centro della città le periferie, anche se bisogna ammettere che tanto si è fatto per esempio col tram”.
Il prossimo appuntamento adesso è a gennaio, quando la sinistra si darà delle regole e deciderà un nome e un simbolo. “Non sarà una semplice lista, il solito accordo tra forze organizzate, ma la straordinaria partecipazione di martedì è la rappresentazione di un progetto politico che vede anche tante realtà sociali impegnate nelle periferie, nel terzo settore, personalità del mondo produttivo e della cultura – dice il deputato – anzitutto discuteremo del metodo, non di una lista ma di un progetto civico che si riagganci simbolicamente alle piattaforme civiche del neo-municipalismo nel resto d’Europa e d’Italia. La sinistra e i progetti civici hanno già dimostrato di poter fare bene come a Termini Imerese, Messina e Caltagirone ma anche Napoli o Bologna. Le decisioni verranno prese in maniera condivisa e partecipata. Ci sono tante disponibilità, ma decideremo insieme chi andrà in lista. Noi non vogliamo limitarci a eleggere qualche consigliere comunale, vogliamo tornare al governo e incidere sull’azione amministrativa della giunta Orlando”.
Un progetto che va oltre le elezioni amministrative e che dal giorno dopo guaderà alla Sicilia e al Paese. “Avremo una piattaforma civica che continuerà a decidere e a incidere – spiega Palazzotto – Vogliamo costruire un laboratorio politico valido sul piano regionale, ma anche su quello nazionale. La crisi dei partiti ha prodotto a sinistra una disaffezione enorme, la maggior parte di chi partecipa a questo percorso non ha rappresentanza nei partiti della sinistra”.
E i grillini? “A Palermo il Movimento Cinque Stelle si è rappresentato nella sua pochezza per quello che è, un movimento qualunquista che tende a occupare spazi della sinistra ma anche dell’estrema destra – conclude il deputato – sui temi ecologici abbiamo punti in comune, sui diritti e l’accoglienza sono più affini alla destra. Il tutto senza una classe dirigente in grado di governare la città. Proprio su Palermo non temiamo questa competizione, l’unica opzione possibile per l’elettorato di sinistra per cambiare le cose è il nostro percorso. Il Pd? Non ha nulla di sinistra, specie in Sicilia dove è un coacervo di trasformismo”.