West Nile, la situazione in Sicilia: parla l'infettivologo

West Nile, l’infettivologo Cascio: “No all’allarmismo, sì alla sorveglianza”

La situazione in Sicilia, sintomi, cure e vaccino
L'INTERVISTA
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3 min di lettura

Sale a nove il bilancio delle vittime dell’infezione da virus West Nile dall’inizio dell’anno in Italia. Mentre in alcuni regioni – tra cui Lazio, Campania e Lombardia – è scattata l’allerta, in Sicilia si registra il primo caso.

Come sottolineato dall’Istituto Superiore di Sanità, da un punto di vista numerico l’andamento epidemiologico è in linea con quello degli anni precedenti. A cambiare è la distribuzione geografica dei casi.

“Nessun allarmismo – rassicura Antonio Cascio, docente universitario e direttore del reparto di Malattie Infettive del Policlinico di Palermo – ma occorrono sicuramente sorveglianza e prevenzione. Così come è giusto che se ne parli”.

West Nile, come si contrae e sintomi

A veicolare la febbre del Nilo occidentale (anche nota come West Nile fever) è la zanzara della specie Culex pipiens, attiva soprattutto al crepuscolo e durante le ore notturne.

Questi insetti, dopo aver punto uccelli selvatici infetti, diventano vettori inconsapevoli del virus del Nilo Occidentale, che possono trasmettere sia all’uomo che ad altri mammiferi, come i cavalli. Nessun pericolo, invece, di contagio diretto tra persone.

“Nella maggior parte dei casi, il virus si insinua senza lasciare traccia – spiega il professore Cascio a LiveSicilia – l’80% degli infettati non presenta alcun sintomo. Ma nel restante 20%, l’infezione può manifestarsi con una sintomatologia simile a quella influenzale, tra febbre, dolori muscolari, nausea e stanchezza, spesso accompagnati da rash cutanei”.

West Nile

“Rari, ma gravi, i casi in cui l’infezione colpisce il sistema nervoso – continua l’infettivologo – Meno dell’1% delle persone contagiate sviluppa complicazioni neurologiche come encefalite, meningite o paralisi flaccida acuta, condizioni che richiedono cure ospedaliere immediate”.

È consigliabile recarsi al pronto soccorso in presenza di sintomi quali febbre alta, cefalea, rigidità del collo, tremori e alterazioni della coscienza.

Chi rischia di più

“A rischio maggiore sono anziani e soggetti con malattie pregresse, per i quali il decorso può avere un esito fatale. In questi casi è bene non abbassare mai la guardia”, suggerisce Antonio Cascio. Contro il West Nile virus, la strategia più efficace rimane la prevenzione.

“Innanzitutto dobbiamo evitare il contatto con le zanzare soprattutto dopo il tramonto – afferma l’infettivologo – utilizzando spray repellenti, zanzariere per finestre e letti, abiti chiari a maniche lunghe. Anche adottare semplici accorgimenti domestici, come svuotare sottovasi e secchi d’acqua piovana eliminando i ristagni, può fare la differenza nel ridurre il rischio di contagio, soprattutto in presenza di anziani e immunodepressi”.

West Nile, prevenzione utile anche in Sicilia

“Contestualmente – prosegue – le regioni devono comunque adottare con prontezza misure di prevenzione, come disinfestazioni, monitoraggio veterinario e sorveglianza entomologica”.

West Nile, cure e vaccino

Nei giorni scorsi un caso di West Nile è stato isolato in un cavallo ospitato in un allevamento nel Catanese. Mentre per gli esseri umani non è ancora disponibile un vaccino contro il virus, i cavalli possono contare su una protezione efficace.

Da tempo, infatti, esistono vaccini veterinari autorizzati che permettono di immunizzare questi animali, particolarmente vulnerabili alle forme neurologiche dell’infezione. “Al momento per l’uomo non esistono neppure terapie antivirali specifiche – spiega il professore Cascio – Il trattamento è di supporto e mira a ridurre i sintomi come la febbre”.

Il primo paziente affetto da West Nile in Sicilia è un 74enne originario di Caserta ed è attualmente ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro di Catania.


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