Le storie d'amore di Yasmine e Ivan

Yasmine e Ivan: tempeste diverse, entrambi protetti dall’amore

Le storie di due bambini si sovrappongono

Due sere di inverno. Due vite salvate, l’una dal mare, l’altra dalla strada. Yasmine e Ivan, esempi di speranza.

Tu, Yasmine, piccola e unica superstite di uno degli ultimi naufragi nel Mediterraneo. Tu, che alla tua età avresti dovuto essere a scuola con i tuoi compagni, sei rimasta a galla per ore interminabili in balia del mare, dei venti e del buio, grazie a due camere d’aria. La tua voce, l’unica rimasta; tutte le altre, una ad una, zittite.

Le tue grida di undicenne sono state più forti del fragore del mare in tempesta: sei stata individuata e salvata, le coperte dorate hanno avvolto il tuo corpo infreddolito.

Racchiusa nel tuo guscio di dolore, adesso esprimi le emozioni attraverso i disegni. Tu vestita di giallo, le operatrici di Save the children, le tue “migliori amiche”, di rosso.

Albert Camus dalle sue sponde algerine celebrava il Mediterraneo come luogo di vita. Riesce, oggi, difficile accostare la parola vita a un luogo che è diventato tomba e cimitero di decine di migliaia di naufraghi inghiottiti dalle sue onde. Uomini, donne e bambini che inseguivano la chimera di una vita migliore. Irrimediabilmente condannati alla damnatio memoriae.

Ivan. Sei stato partorito in strada a Palermo. Per te niente culla, né cesta, solo un giaciglio di fortuna. Adesso ti trovi in ospedale; colei che ti ha messo al mondo non ti ha abbandonato: è una delle tante persone che vivono, dolorosamente, ai margini e ha preferito affidarti alle cure dei medici e degli infermieri. È venuta anche a trovarti. (in foto il luogo del ritrovamento)

Non sempre la maternità è evento ricolmo di felicità senza ombre. Talvolta provoca inadeguatezza, paura, confusione, frustrazione.

E queste madri, più delle altre, meritano comprensione, accoglienza, protezione. Dovremmo chiederci se non siamo noi stessi, come collettività e come istituzioni, responsabili di non avere sostenuto una donna in difficoltà. Con meno moralismo, meno pregiudizi e più tolleranza. Piuttosto di giudicare cosa è giusto ed utile. Anche quando siamo sicuri che a noi non sarebbe accaduto: anzi, proprio per questo.

Yasmine, Ivan. L’amore ha tanti volti, tante forme differenti. Yasmine, in questo mondo nuovo ti troverai a vivere i timori, i vuoti e la distanza. Ivan, forse un giorno vorrai riannodare i fili della tua vita, ricostruire la tua identità dalle origini. Nel frattempo troverete nelle vostre vite altri abbracci, altri sorrisi, l’accoglienza di chi “giudica” con il cuore, padri e madri. Perché genitore è chiunque ama qualcuno come figlio.

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