Capolinea, capolinea. Si scende. Nel peggiore dei modi. Davide Ballardini non allenerà il Palermo del futuro. Forse il tecnico ha già un accordo con un altro club (Lazio o Atalanta), forse no, sta di fatto che ha detto al suo datore di lavoro di volere andare via dalla Sicilia. Nella conferenza stampa alla vigilia di Palermo-Sampdoria (ultima giornata di campionato) l’allenatore aveva cercato di mimetizzare i suoi prossimi passi. “Dopo la partita – aveva spiegato – ci prenderemo una decina di giorni di vacanza. Non ho nessun dubbio che con questa proprietà e con chi gestisce la parte tecnica il Palermo possa migliorare la sua classifica e le sue performance. La forza tecnica ed economica del club non si discute. Dal punto di vista professionale e umano è stata un’esperienza meravigliosa e commovente…”. Una versione spazzata via da “Zampa”, che non ci ha pensato su due volte a indire una conferenza stampa in fretta e furia, non appena ha saputo delle dichiarazioni dell’allenatore. Aveva incontrato il tecnico intorno a mezzogiorno, andando via dallo stadio Barbera in compagnia del vicepresidente Guglielmo Micciché. L’allenatore ravennate – amatissimo dal pubblico del Barbera – avrebbe chiesto in un colloquio privato di essere licenziato, cioè avrebbe domandato una delle specialità del presidente del club di viale del Fante: l’ultimo esonero della sua preziosa collezione che vanta “scalpi” come Prandelli, Spalletti, Zaccheroni e Guidolin, fra i casi più eclatanti. Lo stesso Zamparini ha rivelato: “Ballardini mi ha detto di non volersi dimettere, perché non può permetterselo. Ha appena comperato un terreno da settecentomila euro e preferirebbe che fossi io a cacciarlo…”. In modo tale da ottenere una buonuscita. Insomma: un risvolto sgradevole se fosse tutto confermato.
Una bomba deflagrata non a sorpresa, perché i segnali da un po’ di tempo erano evidenti a tutti. Solo il presidente rosanero Maurizio Zamparini, a dar retta alle sue parole, non si era accorto di quello che stava succedendo attorno al suo tecnico. O forse faceva finta, visto che nel corso della conferenza si contraddice a riguardo. “Forse c’è dietro la Lazio? Non so, Cellino mi ha detto che Lotito gli ha chiesto informazioni sul conto di Ballardini. L’esperienza mi dice che Ballardini stia trattando con qualche altra società. Si sta verificando quello che era successo con Guidolin, che dopo il primo anno di serie A era tentato dalla Fiorentina. Ho avuto informazioni concrete, con tanto di offerte e cifre. Non è che dopo ventiquattro anni di calcio cado giù dal pero, so che qualcosa dietro c´è”. Affranto ed esterrefatto. Così si è definito il numero uno del club di viale del Fante che, dopo qualche goccia di vittimismo (“Per gli allenatori Zamparini è sempre un’ottima scusa, eppure tranne che con Baldini, sono rimasto amico dei miei ex tecnici”), ha aperto il rubinetto del suo risentimento. “È uno dei momenti più tristi di questa mia esperienza al Palermo – si è lasciato scappare Zamparini – sono addolorato, più che per me per i tifosi del Palermo. Sono confuso, ma non lo sarò per molto, anche se quello che è successo per me è stato come una pugnalata. Credevo di avere trovato oltre al direttore sportivo ideale anche il tecnico ideale. Quando ha firmato per me era senza contratto e aveva contatti con formazioni di B o di A che dovevano lottare per la salvezza. Oggi ha una grande valutazione e volevo proseguire con lui, ma mi ha detto di volere andare via. Comunque non mi sento nei guai, non lo sono mai stato, anzi sono uno di quelli che fanno di tutto per risolverli. Ho chiesto a Ballardini di tornare sui suoi passi, di ripensarci, di risentirci fra una decina di giorni. Giorno 9 giugno compio gli anni, potremmo risentirci in quell’occasione. Io potrei passare sopra alle cose che mi ha detto, anche se non so se i palermitani saranno altrettanto magnanimi”.
Nel corso del colloquio con Zamparini, Ballardini avrebbe detto al presidente di essersi sentito offeso da certe dichiarazioni rilasciate alla stampa. “Ma io non l’ho mai offeso – ha ribadito Zamparini – certi titoli di giornali non rispecchiavano il mio pensiero. Ad esempio non gli ho mai dato del dilettante, ho solo detto che non aveva molta esperienza in serie A. Io con i miei tecnici cerco il confronto, credo sia naturale dopo che investo il mio denaro. Do consigli da papà, poi sono gli allenatori a decidere come comportarsi e come far giocare la squadra. Questi sono tutti aspetti del mio carattere che ho ben presentato quando abbiamo firmato il contratto. Ballardini sapeva di dover dialogare con me, ma spesso rifiutava il confronto con me e con il direttore sportivo. Negli ultimi mesi è cambiato. Già a Natale mi aveva detto che senza di lui il Palermo sarebbe retrocesso. Io gli ho elencato i nomi dei nostri centrali difensivi, di Cassani e Balzaretti, gli ho fatto notare che Liverani era un centrocampista di statura europea e che avevamo ottimi attaccanti. Lui invece era presuntuoso, l’umiltà dovrebbe essere la dote più importante di un allenatore. Non è mica Mourinho o Ferguson, se a Palermo arrivasse un tecnico di questa levatura, lo lascerei fare…”.
Il campionato 2008/2009, insomma, è finito come peggio non si poteva immaginare. E la partita con la Sampdoria rappresenta soltanto una fastidiosa beffa. Sarà un’estate di ricostruzione tecnico-tattica, ci attendono giorni di veleni incrociati. La tela del Palermo si fa e si disfa incessantemente. Anche quando la squadra, dopo anni, aveva divertito, trovato una sua identità e prodotto spettacolo, si è consumata l’ultima sceneggiata, dai contorni poco chiari e dal sapore amarissimo…
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