Zen, quel futile omicidio - Live Sicilia

Zen, quel futile omicidio

La polizia risolve un caso
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Un omicidio selvaggio, un’aggressione terribile per motivi in fondo futili. Accade allo Zen, nel giorno di  Natale. La squadra mobile di Palermo -scrive l’Ansa –  in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip, ha arrestato Sebastiano Arnone detto “Seby”, 23 anni, accusato di aver ucciso Salvatore Ruggeri, 43 anni. Ruggeri sarebbe stato picchiato a morte per aver tentato di rubare in casa di un familiare di Arnone. Il 25 dicembre 2009 la vittima trasportata da un’ambulanza arrivò nell’ospedale “Villa Sofia” con la milza spappolata e poi morì. All’inizio gli investigatori ipotizzarono un incidente stradale ma dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali le indagini hanno permesso di scoprire che Ruggeri mentre era sul suo ciclomotore venne fatto cadere da Arnone e poi picchiato con violenza. La polizia ha risolto il caso.

Il comunicato della questura riassume nel dettaglio l’accaduto di una vicenda sconcertante: “Nel pomeriggio di ieri 20 ottobre, personale della Sezione “Omicidi” della Squadra Mobile di Palermo, in strettissima collaborazione con la Squadra Investigativa del Commissariato “San Lorenzo”, traevano in arresto Sebastiano Arnone, detto “ Seby”, 23 anni,  residente in via Costante Girardengo nr. 20, per aver cagionato la morte Salvatore Ruggeri, 43 anni”.

Ecco che cosa è successo: “Nella serata del 25 dicembre 2009, infatti, giungeva presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Villa Sofia”, a bordo di ambulanza del “118”,  Salvatore Ruggeri, il quale inizialmente sembrava essere rimasto vittima di un’overdose. Dai primi accertamenti medici veniva invece riscontrata una grave emorragia interna che ne avrebbe provocata la morte poco dopo. L’intervento delle Volanti in via Einaudi, a seguito di una richiesta di intervento al “113” ed al “118”, permetteva di accertare che la vittima, percorrendo la via Einaudi, era rimasto vittima di una caduta dal suo ciclomotore. L’autopsia disposta dall’Autorità Giudiziaria permetteva di accertare che la morte era derivata dalla rottura della milza, provocata verosimilmente da un trauma alla regione lombare destra, considerata dalla perizia medico-legale non perfettamente compatibile con il sinistro stradale”.

Un incidente? No, un mistero, destinato a risolversi. “Le indagini permettevano di ricostruire i contorni di una vicenda che si era svolta per intero nel pomeriggio del 25 dicembre del 2009, quando Salvatore Ruggeri, nei pressi di via Leonardo Pisani allo Zen, veniva sorpreso nel tentativo di forzare una grata in ferro posta a protezione della finestra di un appartamento sito al piano terra, di proprietà di un congiunto dell’Arnone. Ruggeri era costretto ad allontanarsi frettolosamente mentre i testimoni avvisavano i congiunti di Arnone, che organizzavano una spedizione punitiva nei confronti di Ruggeri, riconosciuto anche grazie al suo vespino nero. Il giovane trovava rifugio presso l’abitazione di una delle sorelle, dove la famiglia era riunita per la festività e, al suo arrivo, manifestava alle donne la propria preoccupazione per quanto era appena avvenuto. Anche dietro consiglio delle sorelle, evitava di uscire di casa per tutto il pomeriggio, prevedendo possibili ripercussioni”.

L’epilogo. “Solo intorno alle 19.30 usciva di casa per recarsi ad acquistare le sigarette, ma nei pressi di via Einaudi veniva affrontato da Arnone, che, dopo averlo inseguito, lo speronava, causandone la caduta dal motociclo, infierendo con calci e pugni che ne avrebbero determinato la successiva morte, di lì a poche ore”.


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