ROMA – Renato il Folle è tornato, con le sue parrucche, i suoi cappelli stravaganti, i travestimenti, gli abiti eccessivi. E con uno show dalle mille sfaccettature che è uno spettacolo per gli occhi, ma soprattutto per le orecchie.
Ha debuttato a Roma, nel palazzetto dello Sport, dove rimarrà per altre cinque date prima di spostarsi in giro per l’Italia, il nuovo live di Renato Zero, “Zero il folle in tour” (dal titolo dell’ultimo album pubblicato qualche settimana fa), con l’esplicativo sottotitolo “Perché folle è chi sogna, chi è libero, chi provoca, chi cambia”. E Renato non smette di sognare, di provocare, di cambiare. Sul palco, che diventa quinta teatrale con tanto di sipario, maschere bianche a troneggiare dall’alto e un’orchestra digitale che di tanto in tanto compare sullo schermo, porta tutto il suo mondo di artista controcorrente. La musica e le sue canzoni (quelle di Zero il Folle al centro) la fanno da padrone, in un turbinio di cambi d’abito (quasi una ventina). Se la prende con la crisi delle nascite, con gli uomini violenti, con l’accidia che caratterizza la società, con i cellulari che lo infastidiscono durante il concerto. Ringrazia Roma, “sei grande, non ci sono buche, non c’è monnezza che tengano”.
E’ un viaggio tra passato e presente, ma non è uno show amarcord. In scaletta anche Madame e Triangolo, ma senza di lui in scena. A cantarle i coristi, come a segnare un distacco da quel tempo che fu. Una dicotomia che sembra risolversi nel finale, quando sul brano Zero il Folle, l’uomo Renato e l’artista Zero si guardano allo specchio. E fanno pace. “Ero titubante all’inizio. Il calendario mi ha detto non hai più 18 anni. Ho riflettuto, ho dato un’occhiata alla muscolatura, mi sono fatto mettere pure uno stent – rivela il cantautore ai saluti -. Sarà dura liberarvi di me. Questa follia, tenetela da parte: la calma piatta non ci piace un cazzoo”. (ANSA).