CATANIA – Nemmeno la macchina di Google street view, l’automobile che fotografa le strade per Google maps, si è addentrata nei meandri del rione. Le immagini raccolte sono infatti limitate a una porzione minuscola della via San Jacopo, alle spalle dell’Istituto comprensivo Angelo Musco. Per il resto, neanche per il colosso americano che immortala ogni angolino di ogni città del globo, Zia Lisa seconda esiste.
L’agglomerato di case racchiuse tra via Zia Lisa, via Madonna del Divino Amore e via Giovanni Da Verrazzano, sembra realmente un quartiere fantasma, di cui città e istituzioni sembrano ricordarsi solo dopo fatti di cronaca nera che lì, tra i palazzoni tipici della zona e un forte degrado, sono quasi all’ordine del giorno. A differenza dei servizi, dei trasporti o degli uffici pubblici di cui non c’è alcuna traccia.
È in questo quartiere privo di tutto, rappresentato da una strada – che ha sempre lo stesso nome, nonostante le ramificazioni – che sono cresciuti i rapinatori che a fine gennaio scorso sono rimasti coinvolti nella sparatoria in tangenziale: un diciottenne morto e un ragazzino di 14 anni ferito gravemente alla testa.
Un rione grigio, fatto di palazzoni incompleti e qualche bottega di prossimità. La scuola più vicina è la Musco, chiusa anni fa per problemi strutturali e oggi aperta solo in occasione degli incontri istituzionali. Per il resto, solo garage e poco altro. Nella zona si accede da due parti: la strada che costeggia la scuola e quella che si dirama da via Madonna del Divino Amore, dove si trovano l’ingresso carrabile del cimitero e il grande campo rom, lungo il torrente Acquasanta. Le altre vie sono cieche e portano solo alle abitazioni, intrecciandosi in un dedalo di ramificazioni.
Parte da qui, da questo pezzo di città che esiste anche se non si vede, il viaggio reportage di LiveSiciliaCatania nel cuore delle periferia cittadine, quelle di cui le amministrazioni – in entrata, in carica e uscenti – si sono da sempre riempite la bocca. E parte dalla sesta municipalità, che racchiude Librino, San Giorgio, Pigno e Zia Lisa. Prima e seconda.
Ad accompagnarci nei meandri della municipalità tra le più popolose di Catania, battuta forse solo dal centro storico, è il presidente della circoscrizione, Lorenzo Leone che, da anni, segnala anomalie del quartiere che sembrano sempre più delle possibili soluzioni. Con lui anche l’avvocato Francesco Navarria, ex consigliere comunale, che ha deciso di aprire uno studio proprio qui. “Dando anche il gratuito patrocinio – afferma. Non è più tollerabile che vi sia una porzione di città di cui non si occupa nessuno”.