Fra i dipendenti regionali ce n’è anche uno accusato di omicidio. La riassunzione di Antonino Nobile – arrestato in flagranza di reato con l’accusa di corruzione, licenziato e poi reintegrato dalla Regione – apre uno spaccato sul personale della Regione: lo zoom sui dipendenti regionali ai quali la magistratura ha dedicato un fascicolo è al centro di un’inchiesta che sarà pubblicata sul prossimo numero di “S”, il magazine che guarda dentro la cronaca, in edicola da sabato 20 febbraio. Sono trecento i casi registrati dall’assessorato regionale alla Funzione pubblica, che proprio in questi giorni sta eseguendo un monitoraggio sui dipendenti.
I colleghi di Nobile sono i più “colpiti” dalle indagini: fino a cinque o sei anni fa circa il 20% del totale dei provvedimenti disciplinari nella pubblica amministrazione – la sanzione prevista arriva fino al licenziamento – pendeva a carico dei dipendenti delle Motorizzazioni. Un caso particolarmente curioso risale al 2000, quando un dipendente avviò una pratica illecita in cambio di un compenso economico. Il diretto interessato acconsentì a pagare, ma lo fece tramite assegno, denunciandone successivamente la scomparsa. In questo modo le forze dell’ordine risalirono al dipendente, contro il quale fu aperto il provvedimento disciplinare, fino al licenziamento.
Nell’occhio del ciclone anche molti ispettori sorpresi a “chiudere un occhio” o i responsabili di musei e siti archeologici di provincia. Alla Forestale, invece, ci sono casi di furto di benzina, mentre nelle aziende sanitarie sono finiti sotto indagine cinque dipendenti: avrebbero “gonfiato” la percentuale di invalidità, garantendo la riscossione di un assegno più alto.