Palermo, "questo è buono". Gli arresti, il marchio di chi paga il pizzo

“Questo è buono, questo no”. Chi paga il pizzo una volta pagherà per sempre

L'incontro fra tre fermati nel blitz, Calogero Cusimano, Cosimo Semprecondio e Salvatore Peritore
Intercettazione alla Noce. Spunta l'affare dei Pos

PALERMO – Il pizzo è un bollo, un marchio. Chi paga una volta e resta in silenzio finisce nell’elenco di coloro a chi reiterare la richiesta estorsiva. Se i mafiosi sentono odore di denuncia preferiscono stare alla larga. Solo che le denunce, nonostante gli arresti, si raccolgono con il contagocce, alla Noce come nel resto della città. Si paga per paura, ma anche per solidarietà e convivenza con i boss. A volte si chiudono gli occhi di fronte a nuove forme di pizzo come l’impostazione dei Pos per i pagamenti elettronici.

La regola del pizzo per evitare gli arresti

Cosimo Semprecondio, uno dei fermati dell’ultimo blitz, ha consegnato alle intercettazioni dei poliziotti della squadra mobile la regola del “perfetto esattore del racket”.

“Se uno io lo conosco allora… abbiamo fatto così… da quelli che non conosciamo? È inutile che ci andiamo”, spiegava ad un uomo non identificato. Meglio evitare di correre rischi. Come nel caso di uno “al Capo” che “si è messo d’accordo… un due tre anni fa… minchia in televisione lo hanno fatto vedere”.

L’interlocutore lo correggeva: “No… al Borgo Vecchio, stava facendo lavori e ci sono andati… dice ‘ne possiamo parlare domani, dopodomani… insomma ha preso tempo… s’appattò in caserma… al momento che… pappete”.

Ed è per questo, per evitare trappole che alla Noce si erano dati una regola sull’imposizione del pizzo: “Se non lo conosci è inutile che… se lo conosci e allora… se non lo conosci non vai da nessuna parte”, spiegava Semprecondio. “Queste cose… alla morte ti portano”, concludeva l’anonimo e bene informato interlocutore.

“Tutti sbirri sono là”

Ad esempio girarono alla larga da quelli che “stanno facendo i pali… mi sono informato, mi sono informato, mi sono informato… dice tutti sbirri sono là”.

I mafiosi passavano in rassegna le potenziali vittime del pizzo: “Uno è buono e uno non è buono. Ci sta pensando… l’amico nostro. Gliel’ho detto a lui. Lui la perché era di casa e putia. Questi hanno gli scavatori ed i camion”.

Il Pos per i commercianti

“L’importante è capire quanti Pos ci sono nella circoscrizione… e da quanti uno può andare”, diceva Girolamo Quartararo. Si era inventato un nuovo business. “Il mestiere di vendere i Pos e di aprire i conti lo devo fare io”, aggiungeva. Gli apparecchi elettronici nei negozi dovevano essere imposti. Potrebbe essere una nuova forma di pizzo.

Agli uomini della Noce andò male lo scorso ottobre e scattarono gli arresti dopo la riscossione. Furono inchiodati dalle dichiarazioni di commercianti e imprenditori e dalle telecamere piazzate grazie alla collaborazione di chi ha deciso di dire no al pizzo.


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