Al Festival della Legalità| la storia del piccolo Di Matteo - Live Sicilia

Al Festival della Legalità| la storia del piccolo Di Matteo

Alcuni pannelli consentiranno a scolaresche e visitatori di conoscere la storia del figlio dell’ex mafioso sulla base di quanto raccontato e descritto con dovizia di particolari nel corso di un interrogatorio da Vincenzo Chiodo, pentito auto-accusatosi dell’omicidio del piccolo.

Villa Filippina, Palermo
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PALERMO – Settecentosettantanove giorni che hanno scandito una delle pagine più nere e vergognose di Cosa nostra. Tanto durò il sequestro – concluso con la morte – di Giuseppe Di Matteo, figlio del mafioso di Altofonte Santino detto “Mezzanasca”, “infame” agli occhi dei Brusca perché passato dalla parte della giustizia all’indomani delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Nel ventennale della morte di Falcone e Borsellino, la quinta edizione del “Festival della Legalità” apre un’ampia finestra sulla triste storia del figlio del pentito, vittima innocente di una mafia ormai pronta a tutto, carnefice anche dei più deboli. Quest’anno, quindi, il viaggio ideale del Festival, che parte da Capaci per concludersi in via D’Amelio, passa anche per San Giuseppe Jato.

Lì, in un casolare in aperta campagna lontano da occhi indiscreti, in un bunker sotterraneo quasi del tutto privo di aria, il bambino trascorse l’ultimo periodo della sua agonia trovando la morte l’11 gennaio 1996. Oggi nella casa dell’orrore, totalmente ristrutturata, sorge un “Giardino della Memoria” messo su e gestito dal Consorzio Sviluppo e Legalità. Proprio grazie alla collaborazione con il Consorzio, a Villa Filippina, per tutti gli otto giorni del Festival rimarranno esposti alcuni oggetti legati alla prigionia del piccolo Di Matteo, abitualmente esposti nel “Museo della memoria”. Alcuni pannelli consentiranno a scolaresche e visitatori di conoscere la storia del figlio dell’ex mafioso sulla base di quanto raccontato e descritto con dovizia di particolari nel corso di un interrogatorio da Vincenzo Chiodo, pentito auto-accusatosi dell’omicidio del piccolo. Un documento crudo che intende tradursi in riflessione e monito per le giovani generazioni che l’attrice Stefania Blandeburgo leggerà, in un estratto, davanti alla platea di studenti che interverranno a Villa Filippina la mattina del 2 ottobre, a partire dalle 10. Per non dimenticare e scolpire nella memoria la ferocia di cui sono in grado di macchiarsi gli uomini di Cosa nostra.

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