Riceve un assegno dal Papa |Ma alle Poste non glielo pagano - Live Sicilia

Riceve un assegno dal Papa |Ma alle Poste non glielo pagano

di SALVO TOSCANO - Bennardo Raimondi, artigiano palermitano in gravi difficoltà economiche, ha scritto a Papa Francesco per chiedere un aiuto. Ha ricevuto un assegno da mille euro. Che però non è riuscito a incassare. E a quel punto il Vaticano...

PALERMO – Le vie del Signore sono infinite, si sa. Ma a volte, incrociando quelle degli uomini possono trovare qualche ostacolo. Se n’è accorto Bennardo Raimondi, che ha sperimentato l’ormai proverbiale generosità e sensibilità di Papa Francesco, imbattendosi però in uno spiacevole intoppo.

Ma andiamo per ordine. La storia, che non è certo delle più allegre, si svolge a Palermo. Dove abitano Bennardo Mario Raimondi e la moglie Antonina Meli. La storia di Bennardo è quella di un piccolo artigiano finito nella morsa dell’usura e delle estorsioni, che ha denunciato. La sua azienda di ceramiche ha chiuso nel 2003, i suoi otto dipendenti sono finiti senza lavoro, come lui. Sul lastrico, Bennardo ha chiesto aiuto a tutti, in primo luogo alle istituzioni. Tra alti e bassi, e tanti tragici momenti di sconforto, Bennardo e la sua famiglia sono andati avanti, affrontando anche uno sfratto. Senza arrendersi, tanto che in questi giorni natalizi potrete trovarlo in piazza al Politeama con i suoi oggetti di ceramica. “Lo Stato mi ha dato un piccolo aiuto in base alla legge sulle vittime di usura, la Caritas mi ha pagato qualche bolletta – racconta a Livesicilia – ma la mia situazione è molto difficile e oggi mi sono ridotto a elemosinare”. Bennardo ha anche un sito Internet (http://bennardomarioraimondi.weebly.com), dove chi può e vuole aiutarlo trova le coordinate per contattarlo o per acquistare i suoi prodotti. “io voglio lavorare, non chiedere l’elemosina”, dice con voce ferma.

E così, quattro mesi fa, la moglie di Bennardo ha preso carta e penna e ha scritto una lunga lettera, otto pagine, a Papa Francesco, raccontandogli la storia amara della sua famiglia e chiedendo un aiuto al Pontefice. Il 4 dicembre scorso, monsignor Konrad Krajewski, arcivescovo elemosiniere di Sua Santità ha risposto alla sua sua lettera. Con una missiva di una pagina in cui si spiegava che la segreteria particolare del Pontefice aveva segnalato all’Elemosineria Apostolica la sua richiesta d’aiuto. “desidero anzi tutto significarLe – scrive l’alto prelato dal Vaticano – che l’Elemosineria Apostolica, la quale ha il compito di erogare modesti e saltuari sussidi ai poveri che nelle loro necessità si rivolgono al Santo Padre, non ha la possibilità di concedere somme elevate”.

“Tuttavia – prosegue la missiva del Vaticano – poiché la situazione da Lei descritta esige un rapido intervento, ho il piacere di rimetterLe in via eccezionale l’unito assegno di mille euro”. Aiuto, che, precisa l’arcivescovo Krajewski, “è rimesso a nome di Sua Santità Francesco, il Quale l’accompagna con la preghiera e con una particolare Benedizione Apostolica”.

Con la lettera arriva anche l’assegno di mille euro. Non è una somma elevata, come scrive lo stesso Elemosiniere, ma per chi attraversa un momento di grave difficoltà è comunque tanto. E qui però cominciano i problemi. Perché l’assegno è emesso da una filiale romana delle Poste Italiane. E quando Bennardo e la moglie provano a incassarlo presso uno sportello delle Poste italiane si imbattono in una brutta sorpresa. Sì, perchè l’assegno sarà pure del Papa, ma le Poste non possono pagarlo. Bennardo e Antonella girano di filiale in filiale: la risposta è sempre quella. L’assegno può essere versato in un conto corrente, che però Bennardo e Antonella non hanno, ma per incassarlo si dovrebbe andare a Roma, alla filiale che lo ha emesso. E non è nemmeno possibile girarlo, perchè il titolo non è trasferibile. Che a mandarlo sia stato il Vicario di Cristo in persona, poco cambia.

Bel guaio, certo. Ma le vie del Signore sono infinite. E un po’ anche quelle del denaro, quando serve a far del bene. E così il Vaticano trova la soluzione: il buon vecchio vaglia postale. Che sarà inviato, fanno sapere dall’Elemosineria Apostolica, in tempi stretti. Per rendere il Natale di Bennardo e della sua famiglia un po’ più caldo. In attesa di tempi migliori.

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