Presidente, stia lontano dalla Sanità |Lo scandalo Tutino è anche roba sua - Live Sicilia

Presidente, stia lontano dalla Sanità |Lo scandalo Tutino è anche roba sua

Al governatore è andato l'interim dell'assessorato alla Salute. Un interregno che, stando alle sue parole, sarà breve. Nel frattempo, però, crea un comitato di saggi che solleva molti dubbi anche di incompatibilità e che dovrà diventare stabile. Come se un nuovo assessore non dovesse arrivare mai.

 

Il dopo-Borsellino
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PALERMO – Rosario Crocetta ha messo le mani sulla Sanità siciliana. E adesso rischia di cambiare il volto a quel delicatissimo settore. Come se lui, con le dimissioni di Lucia Borsellino, non c’entrasse nulla. Come se l’imbarazzo per i rapporti tra il governatore e il primario Matteo Tutino, finito in carcere, non fosse già evidente nella lettera di addio e non fosse stato ribadito nelle successive dichiarazioni dell’ormai ex assessore.

Il presidente adesso ha preso l’interim dell’asssessorato. Un fatto puramente tecnico, ovviamente. Un “ritorno all’origine” della delega, che dovrà essere riassegnata. Ma quando? Se, nelle affermazioni pubbliche, infatti, Crocetta parla di un interregno breve, giusto il tempo di trovare una persona all’altezza di sostituire Lucia Borsellino, nella pratica sembra avere iniziato un’occupazione militare dell’assessorato di Piazza Ottavio Ziino.

I saggi, insomma, saranno pure saggi. Ma la scelta del governatore di indicare sei esperti per affiancarlo, sorprende e inquieta per una lunga serie di motivi. Il primo, ed è più una sensazione, è che l’idea di ripartire in questo modo fosse già dietro la porta. Prima ancora dell’addio di Lucia Borsellino. Un tempismo che fa a pugni con i ritmi mostrati da questo governo a tutti i livelli. Anche e soprattutto nella Sanità. Basti pensare che servì un anno e mezzo per poter selezionare e nominare (e poi ri-nominare a causa di una sfilza di errori) i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere.

E invece, voilà, in poche ore ecco gli esperti. I saggi. Bruno Gridelli, direttore dell’Ismett; Francesco Basile, preside della Facoltá di Medicina presso l’Universitá degli Studi di Catania, componente del cda dell’Istituto Superiore di Sanità, direttore del dipartimento assistenziale di chirurgia oncologica presso il Policlinico di Catania; Gaspare Gulotta, direttore della scuola di specializzazione in chirurgia generale presso l’Università degli Studi di Palermo; Marco Restuccia, direttore generale del Policlinico di Messina; Antonio Candela, direttore dell’Asp di Palermo; il Ragioniere Generale Salvatore Sammartano, già direttore generale alla sanità. Esperti, non c’è dubbio. Ma che lasciano sospesi diversi dubbi nell’aria.

Dubbi sollevati ad esempio dalla Cgil: “Non riusciamo, nonostante gli sforzi – dichiarano il segretario regionale della Funzione pubblica Michele Palazzotto e il rappresentante dei medici Renato Costa – a capire questa scelta. Deve essere quindi veramente complicato per il presidente riuscire a trovare una personalità in grado di dirigere un assessorato cosi delicato, perché fra gli altri, un merito va indubbiamente attribuito alla dottoressa Borsellino: con le sue dimissioni motivate niente potrà più essere come prima, niente più amici, niente più personaggi legati a doppio filo con politica e interessi, niente di niente”.

E a non convincere è anche la natura stessa di questo comitato. Si tratterà di una nuova struttura dell’assessorato? Un gruppo che si riunisce il sabato sera davanti a una pizza o di fronte alla spiaggia di Tusa? Il governatore intanto parla di “successiva istituzionalizzazione” del comitato. Senza chiarire in che senso e in che direzione. E senza spiegare come faranno, questi esperti, ad assistere il governatore, visto che sono già oberati da incarichi di prestigio, ma anche molto impegnativi. A cominciare ad esempio dal Ragioniere generale Salvatore Sammartano, tra le figure-chiave per i lavori sempre più delicati e complessi sui conti della Regione. E la scelta di Sammartano suggerisce anche un altro interrogativo: se serviva alla Sanità siciliana, perché lo stesso presidente ha deciso di farlo traslocare dall’assessorato alla Salute, dove ricopriva il ruolo di dirigente generale, all’Economia? Adesso Sammartano dovrà impegnarsi in una impresa da “Minotauro”. Metà ragioniere e metà esperto di Sanità.

Ma i dubbi sul comitato di esperti sono altri. E riguardano ad esempio la posizione di Antonio Candela e di Marco Restuccia. Attuali direttori generali di due aziende ospedaliere. E in quanto tali, direttamente interessati a ogni riforma “di settore”. Insomma, quando bisognerà discutere della distribuzione di posti letto, di investimenti, e anche di personale, il governatore si rivolgerà, tra i saggi, anche a chi è coinvolto in prima persona nell’intervento stesso? E ancora, viste le recenti storie di Villa Sofia, come si concilia il ruolo di un direttore generale e quello del governo regionale nelle vicende riguardanti ad esempio i casi di procedimenti disciplinari, per non andare oltre? Senza dimenticare altri due fattori. Il primo riguarda l’effettiva utilità dei “saggi”. L’assessorato, infatti, dispone già di due dirigenti generali come Gaetano Chiaro e Ignazio Tozzo. A quest’ultimo è stato recentemente rinnovato l’incarico. Ma in passato è stato anche una delle guide di Villa Sofia, nella parentesi tra l’addio forzato di Sampieri e l’arrivo di Gervasio Venuti.

E si torna lì. A Villa Sofia. Il motivo che ha portato Lucia Borsellino ad accelerare il suo addio al governo regionale. La vicenda che, stando anche alle recenti parole dell’ex assessore rilasciate al quotidiano Repubblica, ha imbarazzato la figlia del magistrato ucciso dalla mafia. Quell’amicizia, tra il governatore e il primario che avrebbe condizionato l’azione all’interno di una delle più importanti aziende ospedaliere siciliane, è anche un fatto politico. Paradossalmente politico. Perché adesso, la Sanità “malata” anche a causa di quei rapporti tra medici e politica, è nelle mani del governatore vicino, troppo vicino ai medici coinvolti in quell’inchiesta che ha scandalizzato e alla quale avrebbe collaborato per mesi la stessa Lucia Borsellino. Un presidente che, stando alle voci che circolano già in piazza Ottavio Ziino, sta lavorando già alla ricomposizione degli uffici di gabinetto. Come se un nuovo assessore non dovesse mai arrivare. Come se il governatore avesse deciso di itnervenire pesantemente,, cambiando il volto alla Sanità siciliana. Un intervento di chirurgia “estetica” applicato alla Regione, un po’ come avviene nelle cliniche private e negli ospedali pubblici siciliani.

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