Torretta, il Comune è Cosa nostra |Così Gambino diventò sindaco - Live Sicilia

Torretta, il Comune è Cosa nostra |Così Gambino diventò sindaco

Un frame delle video intercettazioni

Il blitz new connection. Le cimici svelano gli accordi elettorali nel piccolo centro del Palermitano

PALERMO – Più che a disposizione della mafia Salvatore Gambino sarebbe stato un sindaco nelle mani dei boss. Da ieri il primo cittadino di Torretta, sospeso dalla prefettura di Palermo, è in carcere per concorso in associazione mafiosa.

Fino ad oggi si era parlato soprattutto delle sue parentele, dirette e indirette. La moglie è nipote del mafioso Rosario Di Maggio, mentre il padre del sindaco è cugino di Antonino Pipitone, potente boss della zona. Le parentele non hanno nulla a che vedere con il codice penale.

Un primo segnale del cambio di passo nelle sue relazioni i poliziotti lo hanno colto registrando la sua presenza al battesimo del figlio di Calogero Christian Zito, arrestato nel blitz di ieri. In alcune conversazioni Gambino appariva sottomesso a Zito: “… appena finisci mi chiami e ci aggiorniamo e stiamo un poco insieme no, stamattina abbiamo lavorato… io vorrei condividere delle riflessioni con te….

Il 7 maggio 7 maggio 2018, Zito proponeva il nome di una donna da inserire nella lista, tale “Rosaria…Rossana”. Ebbene, annotano gli investigatori, tra le fila della lista civica facente capo a Salvatore Gambino, figurava Rosaria Pipitone, oggi consigliere comunale di Torretta. “… stasera me lo dà. Stasera mi dà il nominativo, stasera mi dà il nominativo… abbiamo bisogno di femmine compà, siamo arrivati con i maschi”, chiedeva Gambino. Risposta di Zito: “Rosaria… aspetto Rossana… Rossana può salire in consiglio”.

Il 9 maggio Zito riferiva dei suoi contatti con tale Totò, al quale aveva garantito l’appoggio per la nomina ad assessore di un terzo soggetto. Ma si parlava anche di assunzioni (come quelle Calogero Scalici e Mariarosa Badalamenti), nomine alla presidenza del consiglio comunale e all’ufficio tecnico. Ecco perché Zito ha fatto campagna elettorale per Gambino: “… ascoltami… ci vogliono dieci voti alla Torretta per dieci voti a Capaci… gli dici… domani ci chiami a lui… e gli dici ascolta a me …se vuoi dieci voti a Capaci ci vogliono dieci voti alla Torretta”.


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