"Stremati dai debiti" e minacciati| Usura, identikit delle vittime - Live Sicilia

“Stremati dai debiti” e minacciati| Usura, identikit delle vittime

Il retroscena del blitz dei finanzieri di Palermo

PALERMO – Può succedere che un imprenditore o un commerciante si trovi in difficoltà economiche. E succede pure che qualcuno si faccia avanti per tendergli una mano. E la mano sbagliata, quella degli usurai. Fingono di aiutare ed invece le vittime si ritrovano ad affogare nei debiti.

Il blitz dei finanzieri del Gruppo Palermo, guidati dal colonnello Alessandro Coscarelli, racconta una triste storia che accomuna titolari di negozi di abbigliamento, bar, agriturismi, imprese edili e sale per ricevimenti. Ad un certo punto, per colpa del calo del fatturato o di altri intoppi del mestiere, si sono ritrovati a dovere chiedere un prestito. Non in banca, dove ottenere credito è impresa ardua, ma dagli strozzini.

Tali erano, secondo il procuratore aggiunto Sergio Demontis e il sostituto Andrea Fusco, Santo Sottile e il figlio Alessandro. Il primo si trova in carcere, il secondo ai domiciliari, mentre è solo indagata la compagna di quest’ultimo, Agata Biondolillo.

“Stremati dai debiti”, scrive il giudice per le indagini preliminari Claudia Rosini per descrivere la situazione delle vittime. Una ventina in tutto, di cui la stragrande maggioranza ha ammesso di essere finita nella morsa dei Sottile, originari di San Cipirello, nel Palermitano.

Si era sparsa la voce della loro “attività”. Agli incontri si sarebbero presentati con decine di migliaia di euro in contanti e pattuivano i rimborsi con tassi che, rinvio dopo rinvio dei pagamenti, schizzavano al 520 per cento all’anno. Il titolare di un bar si è ritrovato a dovere pagare ”rate” di duemila e 500 euro al giorno.

Per nascondere il reale motivo dei prestiti i Sottile avrebbero emesso fatture per fittizie vendite di merce. Le fatture venivano emesse dalle ditte riconducibili agli indagati e finite sotto sequestro: Edilservicesottile srl, Due Esse Sottile srl, Planet Cars srl. Le vittime firmavano assegni e cambiali che non potevano essere messi in pagamento. E allora firmavano nuovi assegni, accumulando debiti su debiti. E se i clienti non onoravano le rate scattavano le minacce.

Ecco cosa hanno captato le microspie che hanno registrato Santo Sottile. “… dove sta? Lo vado a trovare e gli faccio vedere quello che nella sua vita non ha visto mai… una cosa inutile… se io lo prendo gli spacco la testa… non mi fare uscire pazzo perché ti apro quella testa”.

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