"Il compleanno di papà Mario | La nostra vita senza di lui" - Live Sicilia

“Il compleanno di papà Mario | La nostra vita senza di lui”

Giulio con suo padre Mario

La storia di un lutto che ti cambia l'esistenza

PALERMO- Si celebra il premio dedicato a Mario Francese, coraggioso cronista di giudiziaria del ‘Giornale di Sicilia’, il sei febbraio, nel giorno del suo compleanno. Sarebbero stati novantacinque gli anni, salute permettendo, se la mafia non lo avesse tolto di mezzo. E come sarebbe stata la vita di chi lo amava senza quel sangue rappreso sul marciapiede? Non lo chiedono mai ai sopravvissuti, come se fosse normale la condizione di orfani per i figli degli eroi. Prova a rispondere Giulio Francese, figlio di Mario, giornalista e presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia.

“Non sogno mai la vita con mio padre – racconta Giulio – I miei sogni si sono interrotti brutalmente. Non so dire con precisione che rapporto avremmo avuto. Me l’hanno portato via quando cominciavamo a costruire un legame intimo, professionale e umano, che è stato reciso. Non so come sarebbe stata la nostra vita con lui accanto. Penso alla tenerezza che avrebbe mostrato con i suoi nipoti e che sarebbe stato fiero di loro e loro lo sarebbero stati di lui. Mio papà adorava i bambini. Mi fa tanta rabbia che mia figlia non abbia avuto l’occasione di conoscere suo nonno, di amarlo e di farsi amare”.

Fu proprio Giulio, tornando dal giornale, a intravvedere le scarpe di un uomo morto ammazzato,  vicino a casa sua. Tentò di avvicinarsi, preso dall’adrenalina che coglie tutti i cronisti in casi del genere. Fu un poliziotto dall’animo gentile, Boris Giuliano, a sobbarcarsi l’immane compito di prenderlo in disparte e raccontargli la verità.

Giulio Francese continua: “Abbiamo scoperto e ne parleremo durante il premio tutte le iniziative messe in campo da mio padre come primo presidente del consiglio d’istituto della scuola ‘Marconi’, dove era rappresentante dei genitori. Realizzò una polisportiva all’interno dell’istituto, favorì il baseball, aveva in mente il giornalino scolastico, voleva prendere una cinepresa. Era molto amico dei giovani, come lo sono io. E il premio valorizza anche i giovani. C’è un filo che mi lega a mio padre, che era un buono, uno attento nei confronti degli altri, come mi sforzo di essere io. A Palazzo di giustizia c’era le processione di tanta gente umile che si rivolgeva a lui per un aiuto, per un consiglio, non restando mai delusa”.

Ma quel filo, ora faticosamente riavvolto, era stato spezzato. “Con la morte di papà è saltata la mia giovinezza – racconta Giulio – sono diventato adulto subito, ho cominciato a lavorare. Chissà come…”. Già, chissà come sarebbe stata la vita di Giulio Francese accanto a suo padre. La vita di tutti noi, figli della speranza in stagioni crudeli di morti e di sangue. Irrimediabilmente orfani.

Giulio bambino con suo padre e sua madre

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI