PALERMO – Le pene sono meno pesanti rispetto al processo di primo grado. Si chiude il giudizio di appello sul giro di tangenti che sarebbero state pagate per ottenere uno sconto sulla Tares, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti.
La prima sezione della Corte di appello, presieduta da Adriana Piras, ha inflitto sei anni e nove mesi ciascuno ai dipendenti comunali Cesare Pagano (aveva avuto 10 anni), Antonino Borsellino, Gaspare Tantillo e Ida Ardizzone (tutti condannati a 12 anni in primo grado). Erano difesi dagli avvocati Ermanno Zancla, Massimo Motisi, e Lorenzo Bonaventura.
Un anno per Vittorio Ferdico, Antonio e Luigi Vernengo, Giuseppe Vassallo e Giovanni Torres (difesi dagli avvocati Claudio Gallina Montana, Vincenzo Zummo, Francesco Bono, Roberto Tricoli e Luigi Miceli). Questi ultimi sarebbero coloro che, pagando, avrebbero ottenuto uno sconto sulla tassa sui rifiuti. Si tratta di imprenditori e commercialisti. Il Comune di Palermo si è costituito parte civile, ottenendo un risarcimento dei danni.
Una telecamera piazzata dai poliziotti della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della squadra mobile filmò impiegati e commercianti. Si incontravano negli uffici comunali di piazza Giulio Cesare, a Palermo. Un primo ammiccamento, poi l’appuntamento a domicilio. Con i soldi “da pagare chiaramente in contanti, metà quando facciamo l’operazione e poi ci mettiamo d’accordo” l’imprenditore avrebbe ottenuto lo sconto sulla tassa dei rifiuti. “Tutti gli avvisi passati vengono cancellati”: garantivano i dipendenti del servizio Tares-Tarsu dell’Ufficio tributi. I soli Borsellino, Tantillo e Ardizzone sono stati condannati in un altro processo, e ai attende l’esito dell’appello.